Laura Conti: un libro per restituirle un posto nella storia

Laura non c’è è un libro che cerca di valorizzare la figura di Laura Conti nel centenario dalla sua nascita, attraverso un dialogo immaginario con sette donne su altrettanti temi.

Di cosa ci parlerebbe oggi Laura Conti? Quali sarebbero le sue posizioni sui temi politici ed ambientali di oggi? A queste difficili domande prova a rispondere il libro Laura non c’è. Dialoghi possibili con Laura Conti scritto da Barbara Bonomi Romagnoli e Marina Turi ed edito da Fandango Libri.

Centenario di Laura Conti

Il 31 marzo 2021 Laura Conti avrebbe compiuto 100 anni. E questo libro è un omaggio a questa figura troppo presto dimenticata che avremmo bisogno di recuperare e studiare. Laura Conti è stata partigiana durante l’occupazione dei nazi-fascisti e per questo motivo fu internata nel campo di concentramento di Bolzano. Dopo la guerra studiò medicina e divenne medica. Ha militato nel Partito Comunista ed è stata Consigliera Regionale durante il disastro di Seveso. A seguito di questo disastro ecologico comincia a trattare in maniera scientifica l’inquinamento da diossina e i danni alla salute che avrebbe potuto provocare.

Laura Conti e l’ambientalismo scientifico

Laura Conti, durante la sua attività politica, continuò ad affrontare le tematiche ambientaliste tanto da essere considerata la madre dell’ambientalismo italiano. Ha vinto il Premio Minerva per le sue traduzioni scientifiche. Il suo saggio più importante sull’ecologia è sicuramente Che cos’è l’ecologia. Capitale, lavoro, ambiente, mentre il suo romanzo di maggiore successo Una lepre con la faccia di bambina sui fatti del disastro di Seveso. Per il Partito Comunista è stata anche deputata alla Camera.

Durante la campagna per il referendum sulla caccia del giugno 1990, Laura Conti fece propaganda per l’astensionismo convinta che la caccia fosse indispensabile per mantenere gli equilibri naturali. Per questa sua posizione fu allontanata da Legambiente. Il suo carattere e la sua forte voglia di esprimere il suo punto di vista, anche quando in disaccordo col partito e con i movimenti ambientalisti, probabilmente sono stati la principale causa dell’oscurantismo nei confronti della sua figura.

Le autrici

Barbara Bonomi Romagnoli è una giornalista professionista freelance. Laureata in Filosofia, ha scritto Irriverenti e libere. Femminismi nel nuovo millennio edito da EIR nel 2014, Bee Happy. Storie di alveari, mieli e apiculture edito da Derive Approdi nel 2016 e insieme a Marina Turi Non voglio scendere! Femminismi a zonzo pubblicato da Malatempora edizioni nel 2019.

Marina Turi è una statistica, informatica e graphic designer. Scrive come giornalista freelance per Il Manifesto, Left ed altre riviste. Ha pubblicato con Barbara Bonomi Romagnoli Non voglio scendere! Femminismi a zonzo.

Dialoghi con sette donne su sette tematiche


Questo libro è un dialogo immaginario di Laura Conti con sette donne su altrettanti questioni che hanno caratterizzato la sua vita politica, intellettuale e di attivista. In questa narrazione ed in questi dialoghi si immagina Laura Conti oggi, nel 2021, a cento anni dalla sua nascita circondata dai gatti che amava tanto.

Laura Conti cercherebbe le cause della pandemia

In questo dialogo immaginario di Laura Conti, centenaria nel 2021, con la sua aiutante Luba sulla pandemia da covid-19, la protagonista afferma con chiarezza che andrebbero cercare le cause di questa malattia, le sue origini ed il motivo che provocato lo spillover. Il salto di specie del coronavirus deve avere una ragione e andrebbe compresa per combattere la stessa malattia, ma soprattutto per prevenire altre pandemie.

Critica ai negazionisti del cambiamento climatico

Come si fa a dire che il cambiamento climatico non esiste? Sono all’ordine del giorno nubifragi, alluvioni ed altri disastri naturali. Ma il cambiamento climatico non è un nuovo argomento. Negli anni passati si è parlato di effetto serra, ovvero di quel fenomeno che, grazie alla presenza di gas serra, imprigiona le radiazioni nella nostra atmosfera provocando il riscaldamento del pianeta. Quanto si è parlato negli ultimi decenni di questo fenomeno? Eppure non è stato fatto nulla per fermarlo.

Dialogo sull’ecofemminismo e sul femminismo

In questo dialogo immaginario troviamo la diffidenza di Laura Conti nei confronti di un femminismo che non comprende che la stessa violenza che viene effettuata sui corpi delle donne, viene praticata allo stesso modo sull’ambiente. Non si può creare emancipazione senza lottare contro le cause di questa violenza che sono da ricercare nella società capitalista. In questo capitolo sul femminismo ambientalista troviamo riferimenti a Rachel Carson e Marie Curie. Ma anche a Che Guevara.

Dialogo sulla caccia e gli allevamenti intensivi

Questo è forse il capitolo più interessante e controverso del libro. Quello che aiuta a porsi più domande e a riflettere su queste questioni. E questi dialoghi sono costruiti rispettando il pensiero e l’attività politica di Laura Conti a riguardo. Quali sono gli argomenti a favore e quelli contrari alla caccia? Laura Conti espone i suoi a favore. La legge sulla caccia vieta il turismo venatorio e la responsabilizzazione dei cacciatori che sono legati al territorio.

La caccia è un prelievo di animali dall’ecosistema che serve a mantenere un equilibrio in natura. Molto diverso è il ragionamento sugli allevamenti intensivi che costringono gli animali allevati lontano dalla luce del sole ad una detenzione a vita che si conclude con la loro uccisione. Questo è un sistema sicuramente più brutale. Inoltre ci costringe a consumare carne ricca di antibiotici e va a provocare l’antibiotico-resistenza nell’uomo. E poi c’è il contributo degli allevamenti intensivi all’inquinamento atmosferico a causa delle emissioni di azoto.

L’ambientalismo scientifico è anche questo. Ovvero individuare quelle che sono le pratiche nocive, quelle che provocano più danni. Perchè non c’è stato un movimento ambientalista, altrettanto determinato quanto contro la caccia, che chiedesse la chiusura degli allevamenti intensivi?

Ecologia, biodiversità ed antispecismo

In questo quinto capitolo si ritorna sull’ambientalismo scientifico con un riferimento all’enciclica di Papa Francesco Laudato si’. Non si può essere ambientalisti perché la considerazione che il pianeta è un dono di Dio. Le ragioni dell’ambientalismo devono essere scientifiche e non etiche. Ma si parla anche di controllo della nascite per ridurre l’impatto sul pianeta, del vivere in piccole comunità, del praticare agricoltura di sussistenza, di consumo di suolo e della riduzione dei viaggi. Attraverso una concezione scientifica abbiamo bisogno di avere una visione d’insieme della questione ambientale. Occuparsi di ambientalismo significa sottrarre argomentazioni alle strumentalizzazioni ed infiltrazioni della destra nell’ecologismo.

Dialogo sulla deforestazione con un’attivista Friday for Future

Laura Conti ci racconta, ad una immaginaria ragazza attivista di Friday for Future, il suo avvicinamento all’ambientalismo attraverso le battaglie operaie. La ragione principale delle sue scelte derivano da un profondo amore per il sistema vivente. I problemi ambientali sono anche problemi sociali.

Ma sono tante le tematiche affrontate in questo capitolo. A partire dall’aumento del consumo di proteine animali e dell’impatto ambientale che hanno gli allevamenti. Ma si parla anche di sovranità alimentare e disarmo. La politica, secondo Laura Conti, dovrebbe immaginare un turismo che non si occupi solo di consumo, che non porti solo il viaggiatore a consumare cibo. Al turismo enograstronomico andrebbero affiancati percorsi che favoriscano la conoscenza della storia e della cultura dei luoghi che si visitano.

Intervista a Laura Conti

Nel settimo capitolo le autrici immaginano un’intervista a Laura Conti. E questa intervista va ad affrontare diversi aspetti e momenti della vita e dell’attivismo di Laura Conti. Dalla sua adesione al Fronte della gioventù per l’indipendenza nazionale e per la libertà durante la Resistenza, alle sue posizioni e i suoi scritti sull’aborto, ai riferimenti al Manifesto di Heidelberg e a Berry Commoner, al giornalismo d’inchiesta e scientifico che dovrebbe aiutare i lettori a comprendere e ad essere critici sulle questioni ambientali.

Conclusioni delle autrici

Nel capitolo 8 è la voce delle autrici che spiega perchè Laura non c’è ma dovrebbe esserci. In effetti Laura Conti c’è attraverso i suoi libri, i suoi articoli e le sue corrispondenza. Ma non è stata valorizzata. Il suo approccio scientifico sarebbe fondamentale in questo periodo di pandemia ad analizzare e portare al centro dell’attenzione le responsabilità del modello capitalista.

A seguire i riferimenti bibliografici spiegano in che modo le autrici, Barbara Bonomi Romagnoli e Marina Turi, hanno interpretato gli scritti di Laura Conti per caratterizzare questo dialogo immaginario con espressioni linguistiche, con riferimenti a personaggi e alle tematiche. Questo lavoro non è solo un lavoro creativo di fantasia, di immaginazione ma soprattutto un grande lavoro di documentazione e di studio della figura di Laura Conti.

Perché leggere Laura non c’è

Lo avrete già capito, Laura non c’è è un testo fondamentale. Aiuta a fare chiarezza sul mondo dell’ambientalismo e dell’ecologismo. Su quali sono le priorità, su quale metodo adottare. Laura Conti ha già affrontate tutte le questioni ambientali che oggi tornano alla ribalta. Ma lo ha fatto con rigore scientifico. Laura Conti ci spiega che la questione ambientale non può essere affrontata singolarmente. Il capitalismo verde non è la soluzione, non smetterebbe di sfruttare l’ambiente, le risorse e il lavoro degli uomini. Lo farebbe in modo diverso.

Chi dovrebbe leggere Laura non c’è

Questa lettura andrebbe consigliata a tutti gli studenti per aiutarli a sviluppare una visione critica nei confronti della società e del modello di sviluppo adottato. Ma andrebbe consigliato anche agli adulti che hanno una sensibilità di sinistra ma hanno perso la bussola anticapitalista e si ritrovano ad essere confusi a causa di una poltica e di partiti senza visione e senza programma. Dovrebbero leggerlo gli ambientalisti e gli animalisti che spesso lottano tenacemente per le loro idee ma non hanno una visione d’insieme che aiuti a mettere in atto azioni efficaci.

Lo dovrebbero leggere tutte le donne che cercano di capire che ruolo dovrebbero avere nella società e che non vogliono essere figure marginali, funzionali ad un sistema che le utilizza, le ingloba e le sfrutta. Soprattutto quelle donne che si avvicinano alla politica e al giornalismo. Lo consiglio a chi sogna e prova ad immaginare un mondo più giusto ma non sa da che parte andare.

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