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Articolo di Satira Politica
Le dimissioni di Durigon sono la notizia più importante di questa settimana nella politica italiana. Ma ci sono anche il ritorno alla zona gialla, il ritorno dalla vacanze e la riapertura dei ristoranti chiusi per ferie.
Le dimissioni di Durigon
Durigon è stato dimesso. Ovvero è stato fatto dimettere. Durigon è il sottosegretario all’Economia che aveva proposto di intitolare un parco a Latina ad Arnaldo Mussolini, parco ora intitolato a Falcone e Borsellino. La lega ha considerato che passare per una votazione della sfiducia potesse portare una maggiore perdita di consenso. Nonostante i voti contrari alla sfiducia degli alleati di Italia Viva. Il partito neofascista della Meloni, Fratelli d’Italia, avrebbe, invece, votato la sfiducia. Perché Arnaldo e non Benito Mussolini?
Durigon ha poi spiegato la sua scelta. Dice che ha sbagliato, che è stato un errore di comunicazione. Boia, io mollo; pare abbia detto. Errore di comunicazione perché certe cose vanno pensate, fatte ma non dette per non destare scandalo. Per questo l’ormai ex sottosegretario corregge il tiro. Non sono fascista. Ecco, ora va meglio. Esserlo, ma non dirlo.
Il ritorno in zona gialla della Sicilia
Da oggi la Sicilia torna in zona gialla. Sono finite le vacanze, i turisti possono tornare a casa ma ai siciliani restano alcune restrizioni. La principale è l’obbligo di mascherina all’aperto che arriva ora che non c’è più la necessità di abbronzarsi. L’estate ha portato col turismo una dose di economia, che come tutte le iniezioni ha le sue piccole controindicazioni.
La riapertura dei ristoranti
Il ritorno delle regioni colorate porta preoccupazione per i ristoratori. Soprattutto quelli di città che oggi riaprono dalle ferie. Dopo un inverno di chiusure e soli asporti c’era proprio bisogno di una vacanza. Un’altra batosta per i dipendenti precari, lavoratori full-time con contratto part-time, gente che non ha voglia di lavorare, di sudare e spezzarsi la schiena.
Il Mediterraneo resta in zona nera
Resta in zona nera il Mediterraneo dove il soccorso viene lasciato alla guardia costiera libica. Il Mediterraneo per i migranti che arrivano dalla Libia diventa una specie di porta girevole che li riporta indietro. La nostra società dello spettacolo non riesce ad empatizzare con le donne somale e non ritiene giusto dare loro un’opportunità.
Gara di solidarietà, invece, per l’arrivo degli afgani. Comuni che si mettono a disposizione, famiglie pronte ad ospitare. Salvini che prima vorrebbe solo le donne, poi va bene tutto perché la questione afgana ha toccato il cuore di una parte di elettorato appetibile. Se i media riuscissero a fare lo stesso buon lavoro con i migranti africani, forse un giorno potremmo vedere Matteo Salvini volontario su una barca di salvataggio. A patto che si banchetti.