
Almeno in Italia non è più l’epoca dei libri. 6 italiani su 10 non leggono un libro in un anno secondo le statistiche. No. Non è più l’epoca dei libri. Lo so: leggere è uno sforzo, è fatica. Uno dopo otto ore di lavoro in fabbrica o in ufficio non ha certo voglia né tempo di leggere un libro. Magari il tempo e la voglia di rincoglionirsi per ore davanti a programmi televisivi pieni di futilità o per guardare Youporn lo trovano sempre. Se gli italiani facessero un piccolissimo sforzo e dedicassero la decima parte del tempo libero che trascorrono guardando la TV, Youporn o cazzeggiando sui social, leggendo libri, l’Italia farebbe un enorme passo avanti perché è dimostrato scientificamente che un maggior livello di acculturazione in una nazione aumenta la qualità della vita e produce anche maggiore benessere economico. No. Leggere è troppo costoso. Invece lasciarsi inebetire dalle pubblicità, dai vip e da influencer e comprare vestiti firmati, macchine costose, andare in ristoranti chic, fare viaggi in paesi esotici non è affatto costoso, tant’è vero che sempre più si indebitano. No. Leggere è inutile perché a cosa serve leggere un romanzo, se poi si può guardare la trasposizione cinematografica e a cosa serve leggere i giornali se poi basta guardare un talk show con tutte le opinioni? No. Leggere stimola la riflessione, il pensiero, il senso critico, ma cosa ce ne facciamo oggi se queste qualità vengono considerate difetti? No. Leggere è terapeutico e infatti esiste la biblioterapia, ma è molto meglio oggi la sessoterapia tra scopamici oppure sorbirsi la quotidiana dose di psicofarmaci. No. Leggere, come scriveva Umberto Eco, fa vivere molte vite immaginarie, ma oggi vogliamo fare tutto, provare tutto nella vita reale e ogni fantasia deve essere realizzata. No. Leggere aumenta la capacità empatica, ma ancora una volta a cosa serve l’empatia in una società in cui per vivere bene bisogna essere indifferenti? No. Leggere può essere accettabile se sei un ricercatore universitario che deve specializzarsi, ma se già sei un insegnante di scuola superiore devi attenerti esclusivamente ai programmi ministeriali e se leggi troppo, finisci per risultare troppo dispersivo, per mettere troppa carne al fuoco, accusa che fecero anche al grande Fortini quando insegnava in un liceo. No. Leggendo si sublima la propria aggressività, il nostro cervello rettile, ma a che serve in un mondo ormai dominato da folli sanguinari, che trovano ampio consenso nei loro popoli? No. Leggere non serve a niente e poi anche Rino Gaetano cantava che si può arrivare a cent’anni senza aver letto Freud. No. Leggere è un’attività improduttiva, oziosa e se non sei pagato per leggere, sei solo un perditempo inconcludente, che farebbe bene a trovarsi un altro hobby e andare a divertirsi veramente. No. Leggere aiuta a imparare e a sapere parole nuove e a non farsi fregare dai potenti, a far valere i propri diritti, come insegnava Don Milani ai suoi ragazzi di Barbiana. Ma tanto è pura utopia: si rimane fregati sempre e comunque dal potere! No. Leggere ti allontana dalla mentalità comune, ti aiuta a mettere in prospettiva le cose, a relativizzarle, ma tutto ciò a lungo termine fa di te un disadattato. No. A Leggere troppi libri si impazzisce, come Don Chisciotte. E poi leggere è un’attività sospetta perché solitaria e perché a leggere ci isola dal mondo, facendoci entrare in un altro mondo. No. Leggere aiuta a mantenere in esercizio la mente, ma ormai il mantra è mens sana in corpore sano, e sappiamo che oggi mens sana non è la realtà effettiva ma solo il nome di molte palestre, in cui si va per farsi il fisico e cuccare di più. No. Leggere è un costo e non un’attività remunerativa. Leggere è inutile. No. Insegnate ai bambini a leggere, ma una volta terminati gli studi proibite loro di leggere perché leggere fa venire degli interrogativi e dei dubbi su ciò che siamo, sul senso della vita, su dove stiamo andando, su che fine potremmo fare. No. Non educate i bambini alla lettura: cercate di farli diventare chef, calciatori, cantanti, influencer, onlyfanser, showgirl, presentatori, che solo allora la gente li ammirerà e dirà che hanno fatto molti sacrifici per arrivare dove sono arrivati, perché nel mondo nessuno ti regala niente, tantomeno il successo, e i vostri figli una volta arrivati potranno dire che hanno studiato tanto per diventare vip e gli altri crederanno loro, mentre se saranno dei liberi pensatori ieratici, colti e solitari, la gente riderà alle loro spalle e li riterrà degli inutili fancazzisti. Per tutte queste ragioni leggere è vivamente sconsigliato e quei 6 italiani su 10 hanno tutto il diritto di non leggere. La loro scelta deve essere rispettata. Tanto a cosa serve? Ci sono attività molto più piacevoli, più produttive, più remunerative, più considerate socialmente. No. Meglio non leggere. Se proprio volete, comprate dei libri e poi usateli come soprammobili: non so oggi ma almeno un tempo si faceva una buona impressione quando venivano degli ospiti o il medico di condotta a visitarci malati…