Letteratura sociale in “Fontamara” di Ignazio Silone

/
Copertina di Fontamara

Recensione del romanzo sociale Fontamara di Ignazio Silone.

Fontamara di Ignazio Silone è un classico della letteratura sociale italiana. Per tanti anni bistrattato per le sue posizioni politiche, Silone avrà maggiore fortuna all’estero dove Fontamara verrà considerato un esempio del romanzo sociale. Scopriamolo in questa recensione.

Ignazio Silone

Ignazio Silone è lo pseudonimo di Secondino Tranquilli nato il 1° maggio 1900 a Pescina dei Marsi e morto il 18 agosto 1978 a Ginevra. È stato uno scrittore, un giornalista ed un politico italiano.

Attivo politicamente nella Lega dei Contadini del suo paese e poi segretario regionale della Federazione dei lavoratori della terra; a Roma aderisce all’Unione Giovanile Socialista. Il 15 gennaio del 1921 partecipa ed è oratore al Congresso di Livorno a nome dei giovani socialisti che sancisce la scissione tra riformisti e rivoluzionari. È tra i fondatori del Partito Comunista Italiano e nello stesso anno conosce Lenin a Mosca al congresso della Terza Internazionale. Torna a Mosca nel 1927 maturando l’idea che i comunisti non sapessero discutere idee divergenti e resta amareggiato per l’espulsione dal partito di militanti critici. Nel 1931 sarà Silone ad essere espulso.

È stato direttore del settimanale L’avanguardia, redattore del quotidiano Il Lavoratore, a Parigi redattore del giornale La Riscossa. Tornato in Italia, si occupa della stampa clandestina de l’Unità. Dal 1945 al 1946, nel periodo del referendum in favore della Repubblica, dirige il quotidiano socialista Avanti!. Dopo Silone divenne direttore Sandro Pertini.
Le sue posizioni socialiste del dopoguerra, non aiutarono le sue opere nel giudizio della critica, mentre all’estero esse riscuotevano successo e venivano tradotte in 27 lingue.

Fontamara opera di letteratura sociale

Tema centrale dell’opera di Ignazio Silone è la rappresentazione delle condizioni dei contadini abruzzesi durante il fascismo in Italia. Per questo motivo Fontamara diventa forse il principale romanzo sociale della letteratura italiana. Ma con Silone, a differenza di altri autori italiani e stranieri che preferiscono privilegiare una narrazione della vita degli operai e dei minatori, diventa protagonista dell’opera il contadino cafone.

Il povero contadino, ignorante e cafone, nel romanzo di Silone subisce la prepotenza e l’arroganza del potere. È costretto a spaccarsi la schiena tutto il giorno per guadagnarsi da vivere ma non riesce mai a riscattarsi ( …per generazioni e generazioni sudano sangue dall’alba al tramonto per ingrandire un minuscolo sterile podere, e non ci riescono… ).

L’arroganza del potere

Aristocratici decadenti, borghesi e clero fanno parte di quella schiera di figure istutizionali che in parte esercita potere. Oppure lo appoggiano e sostengono le sue azioni prepotenti per conservare la propria posizione di privilegio. Il clero permette che i contadini lavorino la domenica, nonostante fosse vietato, per far piacere al padrone.

Diverse sono le vicende in Fontamara in cui avvocati, proprietari terrieri, cavalieri e podestà approfittano dell’ignoranza dei contadini per approfittare di loro, negare diritti acquisti e sfruttare il loro lavoro.

Il disprezzo per il fascismo

Di particolare intensità è la descrizione che l’autore fa dei fascisti.

Questi uomini in camicia nera, d’altronde noi li conosciamo. Per farsi coraggio essi avevano bisogno di venire di notte. La maggior parte puzzavano di vino, eppure a guardarli da vicino, negli occhi, non osavano sostenere lo sguardo. Anche loro erano povera gente. Ma una categoria speciale di povera gente, senza terra, senza mestiere, o con molti mestieri, che è lo stesso, ribelli al lavoro pesante, troppo deboli e vili per ribellarsi ai ricchi e alle autorità, essi preferivano di servirli per ottenere il permesso di rubare e opprimere gli altri poveri, i cafoni, i fittavoli, i piccoli proprietari.

In questo romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1933, vengono attribuiti al fascismo due crimini particolarmente spregevoli. Il primo è la violenza sessuale di una squadra fascista nei confronti delle donne del villaggio di Fontamara mentre gli uomini erano al lavoro. Secondo la storica Michela Ponzani la violenza sessuale rientra comunque tra le azioni di violenza programmata, compiute a scopo dimostrativo.

Il secondo crimine è quello della tortura e dell’omicidio, durante la detenzione in carcere, di uno dei protagonisti del romanzo Fontamara. Pochi anni prima della pubblicazione del romanzo, Romolo Tranquilli, fratello dell’autore, muore nel carcere di Procida dove era tenuto in isolamento. A lui è dedicato il romanzo di Silone.

Stile letterario di Silone

Il linguaggio di Fontamara è semplice per tutta la narrazione e si adegua ai soggetti protagonisti del romanzo: i contadini del piccolo paese di Fontamara dall’autore definiti cafoni, non in senso dispregiativo. Solo quando a prendere parola sono personaggi più colti, il linguaggio si adegua con termini più ricercati e con frasi in latino. Riguardo la lingua, è lo stesso autore nella prefazione, a definire la lingua italiana una lingua morta che si è formata senza alcun rapporto con il modo di pensare ed esprimersi dei contadini.

Nella narrazione di Fontamara si sviluppano diverse sottotrame. Quella del duro lavoro dei contadini sfruttati dai padroni e che non riescono ad emanciparsi. Vi è la sottotrama che affronta il tema dell’ordinamento sociale, delle istituzioni, tasse e leggi che finiscono sempre per essere dalla parte di chi gode già di privilegi e per svantaggiare chi fa fatica a sopravvivere. Poi c’è una sottotrama che indaga aspetti che riguardano la religione e il clero con un sottile tono ironico.

Leggere Silone

Ignazio Silone è uno scrittore particolare, che narra la condizione di lavoro e di vita della classe più povera del paese. Avrebbe meritato maggiore fortuna in vita e maggiori riconoscimenti. Per quanto mi riguarda è uno di quegli autori la cui lettura va approfondita e non può concludersi al romanzo più famoso. Se piace la letteratura sociale, Silone è uno degli autori di cui andrebbero letti tutti i lavori.

Se hai apprezzato questo articolo

Iscriviti

Adesso

Iscriviti alla nostra Newsletter per ricevere un aggiornamento mensile sugli ultimi articoli e approfondimenti.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

“Follia maggiore” di Alessandro Robecchi

Prossimo articolo

“Il mondo dei fiori e dei salici” di Masuda Sayo

Ultimi articoli di Controinformazione

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi