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All’inizio di novembre c’era un’allerta per un possibile imminente attacco iraniano all’Arabia Saudita. Nei giorni scorsi, invece, un drone ha attaccato una petroliera israeliana nel golfo di Oman. Sarebbe stato un drone iraniano.
Oggi l’esercito iraniano ha attaccato il quartier generale del Kurdistan Freedom Party (Parti Azadi Kurdistan), un partito separatista di militanti curdi iraniani con sede nel nord dell’Iraq. La sede del Pak a Erbil, città settentrionale dell’Iraq è stata bombardata con missili e con droni suicidi.
L’Iran vuole la guerra
Lo scopo sarebbe quello di innescare un conflitto con l’Iraq per distrarre i media internazionali con una guerra e riuscire a reprimere brutalmente il movimento rivoluzionario interno nel silenzio. Pare che l’idea di un conflitto con l’Arabia Saudita sia stato abbandonato per non correre il rischio di coinvolgere Israele e Stati Uniti. Purtroppo, questa ipotesi ricorda la sistematica esecuzione di migliaia di oppositori politici iraniani nel 1988 giustificata con una fatwa dell’ayatollah Khomeyni.
Gli altri attacchi in Iran e le città colpite
Prima dell’attacco in Iraq, il regime ha attaccato con un elicottero la città di Zahedan, nel sud-est al confine con il Pakistan. I miliziani governativi iraniani hanno sparato nella città di Izeh nel sud dell’Iran ed in questo momento stanno sparando alla gente nella città di Andimeshk nel sud dell’Iran. Nella giornata di oggi i miliziani basij e i pasdaran hanno attaccato e sparato alla gente nelle città di Rasht, Babol, Babolsar e Sari nel nord dell’Iran.
Militari e miliziani del governo non hanno il controllo delle città. La strategia adottata in questi ultimi giorni è quella di entrare nelle città curde con carri con armi semi-pesanti e attaccare la popolazione, i manifestanti e le case. Saccheggiano le città e poi vanno via. Non hanno la forza di occupare le città e mantenerne il controllo. Non riuscirebbero a controllare tutte le regioni.
Sopprimere la rivoluzione con il terrore
Cercano piuttosto di terrorizzare, di spaventare e di indebolire. Nelle città che attaccano, arrestano i medici e chiudono le farmacie. Armano ed utilizzano delle persone detenute per sparare ai manifestanti, promettendo loro l’estinzione della pena.
In questa foto vediamo i bossoli dei diversi tipi di proiettili utilizzati in questi giorni da pasdaran e basij per ferire e uccidere i manifestanti che non rinunciano a manifestare contro questo regime teocratico.
Nella giornata di ieri sono stati diffusi appelli per raccogliere sangue presso l’ospedale di Javanrud, dove sono stati ricoverati e soccorsi molti feriti da armi da fuoco in seguito agli attacchi dei paramilitari iraniani ai manifestanti. Oggi arriva la notizia che i pasdaran, i cosiddetti guardiani della rivoluzione, si sono recati all’ospedale di Javanrud per portare via il sangue conservato.
La presenza di Hezbollah e altre milizie sciite in Iran
In Iran sarebbero presenti anche milizie sciite straniere per combattere a fianco dei miliziani della Repubblica Islamica. Secondo le nostre fonti sarebbero presenti Hezbollah, l’organizzazione paramilitare islamista libanese, Fatemiyoun, una milizia sciita afgana nata per sostenere il regime siriano nella guerra civile, Hashd al-Shaabi, milizia paramilitare sciita irachena.
Nel documento di seguito, Hassan Nasrallah, segretario del partito libanese degli Hezbollah ordinato l’invio di 9500 miliziani in Iran per combattere a fianco del regime teocratico degli ayatollah.