Louise Michel e la lotta delle Comunarde

Avrai forse letto il nome di Louise Michel in riferimento alla nave per soccorrere i migranti nel Mediterraneo finanziata dallo street artist Bansky.

Bansky
Louise Michel, nave finanziata da Bansky

Forse però non sai chi fu questa militante, insegnante e poetessa anarchica francese nata il 29 maggio 1830 nell’Alta Marna. Io l’ho conosciuta per il testo di una sua celebre canzone La Danse des Bombes. Louise è considerata una delle pioniere del femminismo, appassionata scrittrice, sempre dalla parte dei deboli e agitatrice della rivoluzione.

Infanzia di Louise Michel

Figlia illegittima del notabile Laurent Demahis, nacque nel castello di Vroncourt-la-Côte, dove la madre lavorava. Louise Michel visse i primi anni della sua vita in un ambiente colto e in un clima di felicità e libertà. Fin da piccola rivelò il suo carattere intraprendente e talentuoso, scrisse infatti delle poesie e avviò una corrispondenza con Victor Hugo. Quando i signori del castello morirono, figlia e madre furono cacciate e il castello messo in vendita.
Alla morte del nonno ricevette un’eredità cospicua, 40.000 franchi, che distribuì tra i poveri, con scandalo dei benpensanti.

L’amore per la letteratura

Il suo amore per la letteratura la portò a studiare nella scuola di Chaumont per conseguire il massimo titolo di studio concesso allora a una donna, cui era interdetta la frequenza universitaria. Così il 1º settembre 1851 si diplomò come maestra e conseguendo l’abilitazione all’insegnamento il 25 marzo 1852. Ma per insegnare nelle scuole pubbliche occorreva prestare giuramento all’Imperatore e questo Louise non poteva accettarlo e allora, in settembre aprì una scuola privata a Audeloncourt insegnandovi per un anno.

Le idee libertarie, una scuola anticonformista

Louise sul lavoro applicava le sue idee libertarie (sostituendo ad esempio la preghiera del mattino con il canto della Marsigliese), per questo suo approccio poco consono ai tempi venne cacciata e si trasferì a Parigi nel 1956, dove ben presto iniziò un periodo di intensa attività sociale e impegno politico.

Louise Michel
Louise Michel

Il trasferimento a Parigi

Qui si procurò da vivere insegnando nell’Istituto di madame Voillier, con la quale intrattenne rapporti quasi filiali. L’attività che svolse in questi anni fu particolarmente intensa.

Nel 1865, aprì una scuola in rue Houdon, nel 1868 un’altra in rue Oudot e presentò progetti avanzati per l’epoca, come la creazione di scuole professionali e orfanotrofi gestiti da laici. Louise sosteneva la necessità di un insegnamento vivo e uguale per tutti. Entra in contatto con gruppi femministi tra cui ad esempio la Lega delle donne, che rivendica uguale educazione e salario per uomini e donne, e manifesta anche per operai e profughi.

La Comune di Parigi

Partecipò attivamente alla resistenza armata per la Comune di Parigi, finendo in prigione dichiarò «Sono accusata di essere complice della Comune! Certo che lo sono perché la Comune voleva prima di tutto la rivoluzione sociale che è ciò che desidero ansiosamente; è un onore per me essere una delle autrici della Comune, che peraltro non ha niente a che fare con omicidi e incendi dolosi. Volete sapere chi sono i veri colpevoli? La polizia».

Esilio e poesie in suo onore

Victor Hugo le dedicò la poesia Viro Major. Anche Paul Verlaine scriverà per lei Ballade en l’honneur de Louise Michel in seguito alla sua morte. Trascorse venti mesi in carcere, e venne deportata in Nuova Caledonia, dove rimarrà per dieci anni.
Nei sette anni passati nell’isola creò il giornale Petites Affiches de la Nouvelle-Calédonie, scrisse le Légendes et chansons de gestes canaques ed entrò in rapporto solidale con gli autoctoni, che vivevano in forma comunitaria e in una semplicità di condizioni sconosciuta in Europa.

Il pensiero anarchico

Nel 1880 ottenne l’amnistia e ritornò in Francia, dove diventò un’instancabile propagatrice del pensiero anarchico. Nulla ferma la sua attività frenetica e sarà solo una polmonite ad arrestarla a Marsiglia nel 1905.

Comunarde. Storie di donne sulle barricate

Federica Castelli, Comunarde. Storie di donne sulle barricate, Armillaria, 2021.

Dopo aver parlato della figura di Louise Michel, è doveroso ampliare il discorso alle Comunarde.

Nel bellissimo libro uscito di recente, nel 2021, Comunarde. Storie di donne sulle barricate, di Federica Castelli, edito Armillaria, l’autrice analizza il fenomeno e la partecipazione della esperienza della Comune di Parigi restituendoci il racconto di un storia corale.

Fin dalle prime pagine di questa piccola perla sono rimasta rapita nella lettura e ho poi centellinato le pagine sperando che non finisse mai.

L’autrice percorre le strade parigine di fine Ottocento trasformate dall’esperienza della Comune e la racconta in un modo inedito e molto interessante.

Una storia inedita e plurale

Questo libro non dà risposte ma indaga e suscita molte riflessioni andando a raccontare la storia delle Comunarde, lontana dalla celebrazione di singole figure di spicco e scardinando i luoghi comuni che esaltando le gesta di poche lasciavano in penombra la vera portata innovativa di questa lotta politica, che vide una grande partecipazione femminile.

Partecipazione femminile

L’autrice sceglie di «parlare delle donne comunarde, delle loro relazioni, dei loro vissuti e dei loro corpi anche quando restano senza nome». Ed è qui che sta il grande lavoro di ricerca e analisi dell’autrice che si interroga a partire dall’esperienza della Comune su diversi aspetti della vita quotidiana, del rapporto con la società, mettendo in luce come la partecipazione femminile non fosse mera azione di supporto ma colonna portante della lotta.

La Comune fu esperienza di pratiche di sorellanza e lotta collettiva, le donne incarnano, ispirano, teorizzano e guidano la rivolta.

Le Comunarde, come scriverà più avanti Simone De Beauvoir, sono ben consapevoli “che i diritti da soli sono parziali e provvisori, sempre a rischio, e che forniscono una libertà formale che deve accompagnarsi a reali cambiamenti della società e delle relazioni di genere”.

Un libro da leggere e da prendere da esempio per nuove narrazioni della partecipazione femminile alla vita politica, per fuggire dal pericolo dell’esaltazione del singolo e per reimmaginare un’esperienza comune.

La Danse de Bombes

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Cantautrice, scrittrice e archivista, è appassionata di canto e musica popolare e di lotta. Ha scritto due libri (Voci. Storia di un corredo orale e Cantautrici), attualmente sta incidendo il suo primo disco e lavora come archivista e ricercatrice. Il progetto cantadoira vuole valorizzare le voci degli ultimi, alzando il grido della working class contro le ingiustizie.

https://www.instagram.com/lacantadoira/

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