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Michele Angiolillo, un eroe anarchico
Michele Angiolillo è stato un anarchico che ha lasciato un’impronta significativa sulla storia del movimento libertario in Italia. Nato a Foggia il 5 giugno del 1871, Angiolillo si avvicinò al movimento anarchico nell’ultimo decennio del XIX secolo, iniziando un percorso di lotta e di resistenza. Michele Angiolillo è noto per aver ucciso il capo del governo spagnolo per vendicare gli anarchici giustiziati, incarcerati ed esiliati dopo un attentato a Barcellona. Verrà per questo motivo giustiziato a Vergara dopo il suo arresto. Tuttavia, la figura di Angiolillo ha continuato a ispirare generazioni di attivisti e di militanti del movimento libertario in Italia e nel mondo.
Contesto storico
Michele Angiolillo visse in un periodo di profondi cambiamenti socio-politici in Italia e in Europa, caratterizzato da tensioni economiche, lotte di classe e movimenti rivoluzionari. Alla fine dell’Ottocento, l’Italia era un paese relativamente giovane, unificato solo nel 1861, e stava affrontando gravi problemi interni, tra cui povertà diffusa, disparità regionali e instabilità politica. Queste condizioni alimentavano il malcontento sociale e la crescita di ideologie radicali come l’anarchismo, che proponeva una società senza stato di liberi e uguali basata sulla cooperazione volontaria.
A livello europeo, la fine del XIX secolo era segnata da rivolte operaie, l’ascesa del socialismo e una crescente opposizione alle strutture di potere esistenti. Il movimento anarchico si sviluppava rapidamente in questo contesto, influenzato dalle idee di figure come Mikhail Bakunin e Pëtr Kropotkin, che promuovevano l’azione diretta contro i simboli dell’oppressione statale e capitalista. Angiolillo, immerso in questo clima di fervore rivoluzionario, trovò nelle idee anarchiche una risposta alle ingiustizie sociali e una via per la liberazione del popolo. La repressione degli anarchici da parte dei governi europei, come quella seguita all’attentato del Corpus Domini a Barcellona, non fece che radicalizzare ulteriormente le sue convinzioni e la sua determinazione a combattere l’oppressione.
Le simpatie repubblicane di Michele Angiolillo
Nel periodo che va dalla fine degli anni ottanta dell’Ottocento e gli inizi dei Novanta, Michele Angiolillo fu uno strenuo difensore del Partito Repubblicano. Durante il servizio militare a Napoli fu punito e trasferito per aver assistito ad un comizio del deputato Matteo Imbriani. Tornò a Foggia dove intraprese il lavoro di tipografo. Nel 1895 fu condannato a 18 mesi di carcere per propaganda sovversiva. Fuggì all’estero passando per Parigi e Londra.
Attività e pensiero di Angiolillo
Michele Angiolillo non fu solo un militante anarchico noto per l’attentato a Antonio Cánovas del Castillo, ma anche un attivista impegnato nella diffusione delle idee anarchiche e nella lotta contro le ingiustizie. Dopo essere stato condannato per propaganda sovversiva, il suo esilio lo portò a contatto con altri anarchici in Europa, approfondendo il suo coinvolgimento nei circoli anarchici di Parigi e Londra. Partecipò a numerose proteste e disordini sociali, cercando di mobilitare le masse contro l’oppressione statale e capitalista.
Il pensiero di Angiolillo era profondamente radicato nell’idea di un’azione diretta come mezzo per scardinare le strutture di potere. Credeva che solo attraverso atti di ribellione violenta si potesse ottenere una reale trasformazione sociale. Nei suoi scritti e discorsi, Angiolillo enfatizzava l’importanza della solidarietà tra i lavoratori e la necessità di abbattere le barriere di classe. Vedeva nell’anarchismo non solo una teoria politica, ma un impegno morale verso la giustizia e la libertà. Le sue ultime parole, “Germinal!”, evocano un’immagine di rinascita e rivoluzione, riflettendo il suo desiderio di vedere sorgere una nuova società liberata dall’oppressione e dall’ingiustizia.
L’attentato alla processione del Corpus Domini del 1896 a Barcellona
Nel 1896 una bomba scoppiò durante la processione del Corpus Domini a Barcellona, causando 12 morti e 35 feriti. come un evento significativo per l’evoluzione dell’ideologia anarchica di Michele Angiolillo. All’attentato seguì una dura repressione del governo contro gli anarchici. Alcuni di loro furono condannati a morte, altri a lunghe pene. Altri settanta anarchici circa, furono assolti ma portati comunque in esilio nelle colonie.
Questa dura repressione degli anarchici porterà Michele Angiolillo alla vendetta con l’uccisione del Presidente del Consiglio spagnolo.
L’attentato a Antonio Cánovas del Castillo
L’8 agosto del 1897 Michele Angiolillo giunge in Spagna da Londra per uccidere il presidente del Consiglio spagnolo Antonio Cánovas del Castillo con tre colpi di pistola. L’attentato rientrava in una strategia di lotta di tipo insurrezionale, volta a colpire le élite politiche responsabili della oppressione sistematica del popolo. L’attentato sortì gli effetti sperati, con la morte di Cánovas del Castillo, ma anche con l’arresto di Angiolillo, che venne incarcerato a Vergara, nei paesi baschi. Qui Angiolillo fu sottoposto a un processo sommario e condannato alla pena capitale, verrà giustiziato il 20 agosto del 1897.
La figura di Michele Angiolillo nel movimento anarchico
“Germinal!” fu il grido di Michele Angiolillo prima dell’esecuzione tramite garrota. Germinal è anche il nome di un romanzo di Émile Zola ed il nome del mese primaverile del calendario rivoluzionario francese utilizzato durante la Comune di Parigi. Germinal fu adottato in seguito come nome di gruppi anarchici e di giornali e periodici anarchici. Germinal è stato usato anche come nome proprio di persona.