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Una Ferrara ancora scossa per l’omicidio di Federico Aldrovandi piomba nella paura di attentati politici: in prossimità delle Mura è stato rinvenuto il cadavere di un ragazzo appartenente a un’organizzazione di estrema destra, crivellato da colpi d’arma da fuoco. Chi sono gli esecutori del delitto? Pietro Malatesta, ispettore atipico della Squadra Mobile, con un passato da teppista, che gira solo in bicicletta e che divide la casa con la madre tossica, l’ex moglie, un figlio nullafacente e il Boy, il palestrato zero-cerebro che sta con la sua ex, dovrà afferrare il bandolo della matassa. Tra feste di studenti universitari, bar popolati da veterani del tifo da stadio, set pornografici e concerti di musica punk, lo “sbirro anarchico” cercherà il senso delle rivendicazioni firmate “Spontaneisti Armati Combattenti”, misterioso gruppo eversivo che alza sempre più il livello della violenza in città, mostrando l’anima oscura di Ferrara. (dal sito della casa editrice)
La casa editrice
Anche questa volta mi occupo di Mille Battute. Mentre le altre recensioni erano opere collettive, questo romanzo poliziesco è mono-autoriale e interpreta perfettamente l’anima “visiva” della linea editoriale. Non è un caso che l’autore sia uno dei due redattori del progetto.
L’autore
Lorenzo Mazzoni è uno scrittore, saggista e reporter. Ha scritto una ventina di romanzi ed è autore di molte inchieste. Già autore del collettivo Alba Cienfuegos, Mazzoni è il padre letterario dell’ispettore Pietro Malatesta. “Nero ferrarese” è il primo libro della serie a lui dedicata.
Il libro
Lorenzo Mazzoni sa suscitare il mio interesse. La dedica in memoria di Federico Aldrovandi, giovane ferrarese ucciso dalla polizia il 25 settembre 2005, scalda il cuore. Subito dopo una citazione estrapolata dal comunicato dei NAR del giugno 1980, in seguito all’omicidio del giudice Amato, il quale richiama il libro di Giovanni Bianconi “A mano armata” del 1992. Proprio questa lettura permetterà all’ispettore di avere una marcia in più, dubitativa e controcorrente, verso la risoluzione del caso.
Leggere alimenta l’arte del dubbio, una virtù che scarseggia nei superiori di Malatesta, troppo interessati a vendere le false certezze della politica. Ho anche apprezzato (da reggino) l’uso satirico della citazione di Ciccio Franco che apre il secondo capitolo. Infine l’attrazione subitanea è completata dall’ossimorico sottotitolo “sbirro anarchico”, a cui l’autore darà tra le pagine un’interessante chiave di volta.
“Preferisco pensare a me come a un giusto che lavora per un’organizzazione ingiusta”
Pietro Malatesta
Ferrara pulp
Nero ferrarese ha un’ottima sceneggiatura con due luoghi protagonisti. La prima è una Ferrara pulp, umida, stantia, nebbiosa e dal calore appiccicoso. In alcuni momenti della lettura sale alle narici la puzza dei fogli di un fumetto noir anni 80′ invecchiato dentro una cantina o in un garage. Magari all’interno del baule di una Ritmo grigia (auto – sempre ferma – di Malatesta).
Il tutto è amplificato dai gusti e dall’abbigliamento del protagonista. Sembra quasi di guardare alla scena con le lenti gialle e ingiallite di un modello di occhiali da sole a goccia vintage. Una caligine talvolta squarciata dai vivaci colori di un’affascinante ragazza che aiuterà l’ispettore nel caso. Il secondo luogo è quello delle vacanze estive. La Tresigallo “città metafisica” del fascismo, luogo in cui Malatesta è cresciuto e posto che ama. La città progetto di Edmondo Rossoni, con il suo razionalismo ordinato, riequilibra la vita ferrarese del protagonista. Tutti elementi che concorrono a rendere le contraddizioni del personaggio estremamente affascinanti.
Conclusioni
In conclusione il libro mi è piaciuto molto. Sono curioso di leggere gli altri capitoli della saga e lo consiglio vivamente. Pietro Malatesta ha tutte le carte in regola per diventare un personaggio della cultura letteraria italiana. Egli è “un ribelle con l’urlo nella pelle”, per citare una frase degli Skiantos presente nel libro e la sua caratteristica più interessante è di essere un anarchico senza patenti d’anarchia.