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Autore
Giordano Vecchietti è l’autore di questo romanzesco diario di viaggio fantastico tra Italia, Argentina e Cile. Nel protagonista principale del libro si ritrovano radici e passioni dello scrittore: Ancona, l’antifascismo, la fascinazione verso le lotte sovversive e le epopee latinoamericane e ancora il Cile, Pablo Neruda e interessanti note di colore culinarie.
Il romanzo
Inizio la recensione con una confessione personale. Un libro come questo è ciò che ho nel cassetto, in mente e anche in qualche file quasi dimenticato ormai da anni. Ciò ha contribuito a stimolare la mia curiosità e il desiderio di leggerlo e recensirlo.
Il romanzo richiama alla mente l’impostazione dei grandi classici della letteratura sudamericana. Il protagonista, Ideale Marinelli, vi sembrerà a volte avere qualcosa in comune con i personaggi ribelli e sovversivi che avete conosciuto tra le pagine di Marquez o di Isabel Allende e in alcuni passaggi sono presenti elementi di realismo magico. Ma sia l’autore e sia il protagonista sono italiani e il concetto di patria negato nella sua concezione territoriale e di confine – tanto esaltata quanto, quindi, vituperata – si arricchisce nell’internazionalismo rappresentato dalla classe degli oppressi. Una lucida coscienza che ha sempre fatto parte del pensiero anarchico così come la capacità di riconoscere e lottare contro tutte le ingiustizie. Ideale Marinelli in questo è esemplare.
Ines
La coprotagonista del romanzo è Ines Contessi, donna anarchica di Bagnacavallo. Anch’essa, come Ideale, in fuga dalla repressione del governo monarchico in seguito ai moti popolari per il pane del 1898. Tra i due nascerà un’appassionante storia d’amore e di condivisione di ideali e di lotta.
Tuttavia in alcuni passaggi, il personaggio di Ines stona con le mie aspettative sul romanzo e sul suo ruolo. Viene dato poco risalto alle sue personali convinzioni politiche, se non assoggettate a quelle del protagonista. Vi è una ridondante esaltazione della sua attrattività fisica. Si sottolineano le sue pregevoli qualità caritatevoli forse più vicine a un socialismo cristiano, seppur depurato dalla sfera cattolica, che all’anarchismo. Questa riflessione non vuole essere una critica ma certamente, considerate le anarchiche (reali) contemporanee di Ines, mi aspettavo una maggiore complessità del personaggio.
Una narrazione inframezzata di canzoni – di Alice Mammola
Il testo di Nostra patria è il mondo intero di Pietro Gori, una delle canzone anarchiche più significative e note, ci offre fin dal titolo un’evocazione ben precisa dell’atmosfera in cui Giordano Vecchietti ha ambientato la narrazione di questo romanzo.
Nella versione cantata dai Cantacronache, collettivo di intellettuali e artisti nato intorno al 1957 a Torino, spicca la voce di Margot nelle strofe, che introduce poi al ritornello dove si unisce il coro:
Nostra patria è il mondo intero
nostra legge è la libertà
ed un pensiero
ribelle in cor ci sta.
In un episodio del libro Ines, superando il timore reverenziale verso Pietro Gori, urla davanti a tutta la sala “Addio Lugano bella” richiedendola allo stesso. I protagonisti del libro hanno così l’occasione e soprattutto la gioia di incontrarlo e conoscerlo. Me la sono immaginata un po’ così, una voce squillante che si leva alta e fiera, come la nobiltà dei versi sottolineano. Si può leggere per intero il testo nell’archivio online del progetto ildeposito.org
Il titolo corretto è Stornelli d’esilio ma è più conosciuta come Nostra patria è il mondo intero ed è diventata l’inno libertario più celebre e più cantato insieme ad Addio Lugano Bella, entrambe richiamano le vicende di esilio dell’autore e degli anarchici. Scritta dall’anarchico Pietro Gori (Messina, 14 agosto 1865 – Portoferraio, 8 gennaio 1911), comparve per la prima volta nella rivista edita dagli anarchici italiani profughi in America “La questione sociale” nell’opuscolo Canti anarchici rivoluzionari del 1898.
Anche nella traversata oceanica, gli esuli e gli emigranti si riconoscevano in quelle canzoni popolari, alcune da un sapore più nostalgico nel lasciare la casa e gli affetti, altre più rivoluzionarie e mosse da un ideale come Addio Lugano Bella, Partono gli emigranti,…
Nel corso del romanzo, poi, vengono citate altre canzoni, da quelle anticlericali (Alla stazion di Monza, Se il papa è andato via) sino alla vera storia di Pietro Rigosi che ispirò La Locomotiva di Francesco Guccini. Il libro è anche corredato di una lunga e pratica nota ai capitoli in cui vengono chiariti termini e nozioni sudamericane.
Conclusione
Il romanzo merita assolutamente di essere letto. Ho apprezzato la capacità dello scrittore nel combinare elementi reali con personaggi di fantasia senza cadere nell’amarcord ma riuscendo a dare forza e verosimiglianza alle pagine. In questo momento storico il libro è in grado di fornire un esempio di lotta e di calore compassionevole verso tutti gli oppressi e contro tutti gli oppressori. La parte conclusiva del libro inizia con il massacro della scuola di Santa Maria di Iquique e si conclude con la partecipazione di Ideale alla brigada chilena, e il prosieguo – sotto un’altra forma – della lotta da parte di Teresa. Nell’epilogo si riassume bene lo spirito anarchico contrastato dall’ordine costituito ma non per questo sopito. Il potere continuerà a voler fermare il vento ma riuscirà soltanto a fargli perdere tempo.