Personaggi Precari – Vanni Santoni

Fa male leggere quel “finale” in copertina. Non capita spesso (anzi, per niente) che un’opera, una serie, una saga susciti il desiderio di infinito in chi la fruisce. Eppure Vanni Santoni ha fatto questo. È riuscito a far sperare al lettore che ciò che sta leggendo non finisca mai.

Tea

Tea deve far posto nella rubrica del cellulare, ma piuttosto che cancellare i numeri dei morti cancella quelli della gente che non le piace.

Vanni Santoni – L’autore

L’esordio letterario di Vanni Santoni risale al 2004, anno in cui inizia a collaborare con la rivista indipendente fiorentina Mostro.

Oltre a Personaggi precari, appunto, si dedica a diversi progetti e interventi, e vince svariati premi letterari: un’attività scrittoria continua, quindi, numerosa e riconosciuta.

Molti anche i suoi libri pubblicati nel corso degli anni. Quello che definitivamente sancisce il suo successo è Gli interessi in comune, uscito nel 2011.

Non è in un solo ambito, quindi, che si esaurisce Vanni Santoni. Giornalista, critico, traduttore… Insomma, un protagonista della scena letteraria e intellettuale a tutto tondo, oltre che una delle sue personalità più influenti.

Un’idea di quanto poliedrica la sua attività sia la si può avere anche solo dando una rapida occhiata alla pagina del suo blog, https://sarmizegetusa.wordpress.com.

Personaggi precari

Non è un libro, non è un progetto letterario, non è niente di facilmente descrivibile. Tradotto anche all’estero, ormai è diventato un essere vivente a sé stante.

Faliero

– O Faliero, che tu fai con codesto filo spinato qui n’i’ bosco?
– Lo stendo in qua e in là. Così, tanto per rompere i coglioni.

La sua genesi

La storia di Personaggi precari è decisamente intrecciata a quella del suo autore. Sì perché Vanni Santoni inizia a scriverli nel 2004 e già nel 2007 giunge a una prima pubblicazione, con la vittoria del premio letterario “Scrittomisto”, per la casa editrice RGB.

Ma facciamo un passo indietro. Personaggi precari nasce proprio sul blog che abbiamo nominato: frammenti, schegge, poche frasi che tracciano al volo ritratti di tipi unici ma anche universali.

Il loro successo forse viene proprio da qui. Evolutisi negli anni tra riviste, radio, fumetti e quotidiani, i Personaggi precari approdano a una prima edizione di cui sopra. La maggior parte di loro nasce, però, tra il 2008 e il 2012. Si arriva così a una seconda edizione nel 2013 con la casa editrice Voland, che non li abbandonerà più. Vanni Santoni con questa edizione dichiara chiuso il progetto perché “sebbene quantitativamente ridotta – cinquecento personaggi su una produzione complessiva di circa settemila – mi è sembrata al momento della compilazione, e mi sembra tuttora, esaustiva rispetto agli scopi del progetto”, come si legge in una sua illuminante intervista del 2015 (https://www.labalenabianca.com/2018/05/21/personaggi-precari-unintervista-vanni-santoni/). Ma già sappiamo che non è finita qui.

Voland è lungimirante, gliene va reso merito. Il progetto, infatti, è potenzialmente infinito, i Personaggi continuano a crescere e a cambiare, continuano a essere richiesti da riviste e testate varie, approdando a una seconda edizione nel 2017 e, infine, a questa edizione finale nel 2024.

La forma

Vanni Santoni dimostra tutto il suo estro anche nella scelta della forma espressiva. L’aggettivo che più spesso si trova associato a Personaggi precari è “epigrammatici”. Che significa? Significa brevi ma incisivi, concisi ma esaustivi, significa che insomma con poche parole sono in grado di aprire un intero mondo.

Il lettore ci si rispecchia, rivede i suoi gesti e le sue fissazioni, oppure se non riconosce proprio se stesso di certo ci ritrova tutta una serie di situazioni nelle quali capita spesso di imbattersi. Lo dicevamo prima: la sua fortuna nasce proprio da qui.

Alfio

“Perché il rotolo di alluminio è sempre nei cassetti della cucina, ma mai nel primo? Perché le medicine sono nello sportello del bagno? E i liquori in quello basso del soggiorno? Chi trasmette queste prassi? Chi?”

Poche righe, in alcuni casi anzi poche sillabe: se i Personaggi fossero un’opera pittorica sarebbero uno schizzo. C,osì come nello schizzo in pochi segni c’è già tutto. Un rapido tratto, appena un’idea e via, il quadretto è già pronto.

Il tema della precarietà

La forma, però, non è fine a se stessa e nemmeno è una mera questione di estetica. L’epigramma è una precisa scelta stilistica, che se da una parte dimostra di adattarsi perfettamente alle nuove piattaforme di pubblicazione e lettura online, dall’altra fornisce anche la giusta rappresentazione visiva di ciò che tiene uniti l’uno all’altra le figure di queste pagine: la loro condizione di precarietà.

Dal mondo del lavoro, il tema della precarietà si è espanso ad ambiti sempre più ampi e sempre più diversi, fino a diventare una condizione esistenziale. In una realtà che diventa ogni giorno più veloce e più mutevole, gli esseri umani si ritrovano senza punti fermi e coordinate fisse sui quali tracciare una rotta, finendo per correre nella confusione più totale.

Il malessere è diffuso quindi, il disagio esistenziale è onnipresente, ma i Personaggi piuttosto che agire attivamente per cambiarlo scelgono di adattarsi a questo stile di vita. Le conseguenze le sappiamo tutti: comportamenti deviati, relazioni tossiche, autolesionismo…

Raia

A occhio, si nutre solo di uva spina, melagrane, Pan di Stelle e amanite muscarie.

Conclusioni

Da una parte mi è presa la febbre di andare a caccia di tutti questi Personaggi precari, di scovarli in tutte le loro pubblicazioni e apparizioni e di collezionarli. Dall’altra, invece, vorrei scoprire i miei di “personaggi precari”, quelli che magari incrocio al bar o che ascolto in treno senza rendermene conto.

Grazie a Voland che me li ha fatti conoscere, grazie a Vanni Santoni che li ha creati, anzi, viene quasi da dire che ce li ha presentati.

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