Piccola biografia criminale della Johnson & Johnson

La Johnson & Johnson in questi giorni è protagonista di uno scandalo: ammette di pagare profumatamente i medici affinchè facciano pubblicità ai propri prodotti durante le sedute coi pazienti.

Lo ha reso noto il Wall Street Journal rivelando che la multinazionale ha pubblicato sul proprio sito i dati relativi agli investimenti destinati a questa ‘tipologia’ di marketing.

Ovviamente non si tratta di un improvviso desiderio di trasparenza e onestà.

Johnson & Johnson infatti ha ritenuto opportuno rendere noti questi dati d’ accordo con il governo americano a fronte di un “piccolo” risarcimento di una frode quantificata in 2,3 miliardi di dollari (frode legata a prescrizioni forzate di farmaci non idonei o non autorizzati dalla FDA).


Non è ancora stato reso di pubblico dominio l’ammontare complessivo delle retribuzioni effettuate ai medici, si parla di cifre tra i 20 e i 25 mila dollari per medico al trimestre.
Questo “incidente” è purtroppo solo l’ultimo di una lunga serie , facciamo un po’ di biografia dell’azienda.

La Johnson & Johnson, multinazionale di prodotti farmaceutici americana, con 190 filiali sparse in 52 paesi, conta un fatturato di circa 36 miliardi di dollari e nel mondo è la più grande impresa di materiali e macchinari sanitari, seconda a livello farmaceutico.

Tra il ’94 e il ’97 è regina di violazioni alle leggi sul lavoro negli USA e ha pagato multe per 5.750 dollari; ha inoltre pagato cinque milioni di dollari per aver indotto i propri dipendenti a distruggere le prove emerse da un’indagine federale condotta dalla Food and Drug Administration sulla pubblicizzazione di un farmaco in casi non ammessi (MM Gennaio 1995).

Secondo IBFAN , trasgredisce il codice OMS sul latte in polvere perché pubblicizza bottiglie per l’allattamento artificiale. Johnson & Johnson inoltre è tra le imprese che eseguono esperimenti sugli animali.

Nel 2001, sotto il controllo della Jansenn Cilag, ad un cartello formato da 39 imprese farmaceutiche con lo scopo di far annullare la legge Mandela, ossia il provvedimento per consentire al Sudafrica di importare farmaci anti Aids liberi da brevetti, e quindi ad un costo minore, e più accessibili alla gente povera.

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