di Domenico D’Alba
Si srotolano, dopo circa due ore di volo, i gialli campi di colza, coltivata per la produzione di biocombustibile. Poi, d’incanto, mentre il fiume Moldava dolcemente serpeggia tra una selva di rossi tetti e macchie di tenero verde, risuonano nell’aria le note del poema sinfonico di Bedrich Smetana.
Mettendo piede sul suolo ceco, in cuor tuo ti senti obbligato a chiedere scusa al Paese, al quale con la Conferenza di Monaco del 1938 furono estorti da Hitler, in previsione dell’imminente guerra, i Sudeti, ricca regione industriale. A spalleggiare il dittatore avevano, infatti, provveduto Mussolini, capo dell’autoritario governo italiano e l’imperdonabile silenzio di Stati Uniti, Francia ed Inghilterra.
Un salto all’albergo per attendere gli amici di Velletri. Raggiungete, poi, Piazza della Città Vecchia dove stazionano, sbandierando ombrellini bianchi, giovani guide italiane, Nicola, Dario, Donatella, Marco, Margherita, Marta ed altri, favolosi nel districare il ginepraio delle strade di Praga e dipanare le contorte vicende storiche della Repubblica ceca. Hanno l’età dei tuoi figli. Brillantemente laureati e carichi di master, dottorati, stage e quant’altro, messi brutalmente alla porta dal Paese natio, sbarcano il lunario nella capitale ceca ed imparano a diventare cittadini del mondo.
Sono fieri di essere italiani, per i profondi legami che li vincolano alle straordinarie personalità dell’arte, della musica, della letteratura, dello sport, alla meravigliosa Costituzione ed al popolo minuto che lavora sodo ed onestamente. Il futuro, però, per loro, non prospettava nulla di buono. Perciò, con un colpo di reni hanno reagito e… via! Fidando sul talento, sull’entusiasmo, sull’amore per la vita e… sull’assistenza di qualche buona stella.
Amano Praga. Esondante è l’entusiasmo che infondono nel raccontarla. Nel farla rivivere in tutte le sfaccettature. I loro occhi brillano. E li guardi con orgoglio, ma provi anche un pizzico di vergogna per quello che la tua generazione, irresponsabilmente, non ha voluto e saputo progettare e realizzare per figli e nipoti.
Provi rispetto e considerazione per quel popolo che ha sofferto tantissimo per le vessazioni naziste e sovietiche e ti innamori di quella città dal fascino incantevole, poi, il valore aggiunto della simpatia e delle pregevoli spiegazioni, ti aiutano nel cogliere gli aspetti più reconditi dell’anima ceca. Rimani, perciò, ammaliato dalla fatica, dal sudore, dalla sofferenza e dalla creatività di progettisti e maestranze, bravi nel produrre squarci incantevoli ed edifici unici dai mille stili. Mentre straordinari personaggi, che spiccano come gli innumerevoli pinnacoli, ti lasciano trasecolato.
Bella è, Praga, ma anche altro. Profumi di gustose pietanze che riempiono l’aria, schiuma di birra dai mille sapori, umorismo, arte, musica, lotta per la libertà religiosa e politica, forte identità culturale, gentilezza, hockey su ghiaccio, amore immane per i cani ed… agricoltura sostenibile. Uno dei paesi più sicuri al mondo, la Repubblica ceca. Non mancano, naturalmente al “legno storto”, vizi e malvezzi.
Per cinque giorni passeggi, chiacchierando amabilmente con gli amici. Quasi senza stancarti. Avanzi lentamente tra la folla di turisti del Ponte Carlo. Ammiri la cattedrale di San Vito che svetta con le sue guglie ed il campanile. Sosti con lo sguardo rapito nella Piazza della Città Vecchia permeata da un’atmosfera gioiosa mentre bambini rincorrono gigantesche bolle di sapone ed i curiosi si assiepano sotto la torre dell’orologio astronomico, in attesa di veder comparire le sagome animate dei santi apostoli. Vi emozionate, sostando in raccoglimento, presso il monumento nazionale alle vittime del terrore dell’efferato Heydrich.
Avverti una stretta al cuore ammirando il complesso scultoreo di Jan Hus, riformatore religioso, bruciato vivo a Costanza il 1415. Reo di tenere sermoni in ceco, anziché in latino. Colpevole di volere una sobria chiesa attenta ai poveri ed innamorata del prossimo. Ed il tuo pensiero corre a Jacopone da Todi, incatenato per cinque anni, a Giordano Bruno, condannato al rogo, a Galileo, costretto ad abiurare.
Quando, poi, su piazza Venceslao vedi la l’ondulata croce di bronzo incastonata nel terreno, con i ricordi fai un tuffo in quel lontano 1969 in cui Jan Palac, tuo coetaneo, giovane studente di filosofia come te, per primo si diede fuoco, per protestare contro il regime comunista. E quasi senza avvedertene, sussurri le parole de “La Primavera di Praga” di Francesco Guccini. Poi, si sfoglia l’Insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kuntera che racconta la vita degli artisti e degli intellettuali cecoslovacchi di quegli anni travagliati.
Oggi, in quella piazza, un tempo presidiata dai carri armati del Patto di Varsavia, trabocca il consumismo che per Pierpaolo Pasolini è la più accattivante e subdola forma di autoritarismo.
Nel quartiere ebraico, davanti ad una sinagoga, ripercorri le vicissitudini del popolo costretto alla diaspora e ne visiti il cimitero. Ebreo era pure Franz Kafka. I turisti non perdono l’occasione di farsi fotografare davanti alla statua di bronzo. Visiti l’angusto appartamento del vicolo d’oro dove lo scrittore, visse assieme alla sorella Ottla, componendo Un medico di campagna.
Una nota di buon umore viene offerta dallo scanzonato scultore David Cerny che dipinse di rosa un carrarmato, per prendersi gioco delle retoriche celebrazioni belliche. Un suo cavallo di bronzo, ancorato per le zampe, pende dal soffitto di una galleria, ed il cavaliere lo cavalca stando a cavalcioni sulla pancia. Irridente reinterpretazione della statua equestre di san Venceslao. Nel cortile del ristorante Hergetova, due sculture maschili in movimento, urinando in una pozzanghera dai contorni della repubblica ceca, disegnano citazioni della letteratura. A Plzen, l’opera Entropa canzona gli stereotipi dei Paesi membri della UE. L’Italia viene rappresentata come un grande campo di calcio, in cui i giocatori simulano gesti di autoerotismo.
I cinque giorni volano in un baleno. Il pacchetto turistico che ti offriva viaggio in aereo, albergo, colazione ed una passeggiata sulla Moldava ti è costato appena trecento euro, ed hai potuto conoscere una delle più affascinanti città d’Europa. Proprio una soddisfacente esperienza turistica ed umana!
Grazie ragazzi, per avere aiutato me ed i miei amici, nell’approfondire la conoscenza del Paese che vi sta offrendo un’opportunità di lavoro e di vita dignitosa. Auguri. Di cuore.