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Il romanzo d’esordio di Anne Pauly, un viaggio attraverso ricordi e segni, in cui l’autrice tra dramma e ironia affronta e attraversa la perdita del padre.
Prima che mi sfugga, titolo originale Avant que j’oublie, è il romanzo di esordio di Anne Pauly, l’ho divorato lo scorso finesettimana in montagna e ancora permane l’emozione quasi catartica di queste pagine.
Passano le nuvole
Se dovessi descrivere questo libro con una canzone, a partire dalla bellissima copertina blu lo farei con Passano le nuvole, di Giorgio Conte.
Le nuvole della canzone di Giorgio Conte, sono quelle disegnate su un portacenere, un portafortuna, “stai attenta che se scivola può rompersi”, la consapevolezza che affiora in questa canzone è che dietro quelle nuvole, già cantate anche da Fabrizio de André, il cielo sia sempre lì, anche se a volte non si riesce nemmeno a intravedere. Uno sfondo blu perpetuo.
L’autofiction di Anne Pauly
Il racconto in prima persona di Anne Pauly, affronta e ci fa immergere in una esperienza concreta che vive la protagonista attraverso e in seguito la perdita del padre. In questo romanzo, che ha vinto il Prix du Livre Inter 2020 e altri premi prestigiosi, l’autrice racconta in prima persona il lutto, e ciò che segue la perdita del proprio padre, dalla burocrazia, alle relazioni con le persone intorno alle vite umane.
Ironia come antidoto
Tra scene paradossali come la tragicomica narrazione del funerale e della degenza in ospedale, questa sorta di memoriale è un romanzo d’esordio brillante e commovente. Ho riso e pianto insieme tra queste pagine alla periferia nord-ovest di Parigi.
La narrazione procede tra i ricordi esilaranti e la presenza di un padre ingombrante, assente, fallibile, ma anche amatissimo e di grande spirito; l’autrice rievoca immagini concrete, ricordando con ironia le infinite sfaccettature dell’essere umano. Nel descrivere i difetti del padre, il rapporto problematico e violento di lui con la madre, l’alcolismo e altre follie, l’autrice lo racconta come un archetipo che si rende visibile a tuttotondo negli occhi di chi legge, con colpi di scena che fanno cadere verità e svelano improvvisamente particolari alla figlia inediti e delicatissimi. Non c’è giudizio, non è raccontato come il cattivo padre, né come quello presente e buono. Più che uomo, qui si racconta di una vita vissuta. La Pauly parla anche di solitudine, di una fidanzata e del loro amore lesbico, di un fratello, di un passato che ritorna, inframmezzato da corrispondenze e animato da un delicato e irriverente sottofondo punk.
Cosa resta dopo un lutto
Anne si ritrova a dover fare i conti con una casa da dismettere e una valanga di emozioni da attraversare e sbrogliare come fili di matassa.
Ed è proprio il caso, come una catarsi, che ci fa improvvisamente attraversare le nuvole e rivedere il cielo: un segno come può essere il volo di una gazza, o l’ascolto casuale in automobile di una canzone mentre si aspetta, è così che la protagonista ritorna a vedere il blu.
Se in vita mia qualcuno mi avesse detto che un giorno Céline Dion mi avrebbe aiutata a superare uno scoglio simile, non ci avrei mai creduto.
Prima che mi sfugga è anche il resoconto del rapporto generazionale tra padri fallibili e figlie precarie e anticonformiste, contro ogni rassegnazione, l’ironia e la scrittura vivace rendono questo piccolo romanzo un antidoto che trasforma, ricompone e ci restituisce la vita.
L’autrice, la casa editrice
Anne Pauly è nata nella banlieu di Parigi nel 1974. Con Prima che mi sfugga ha vinto numerosi premi tra cui il Prix du Livre Inter 2020, il Prix Summer 2020, il Prix Robert Walser 2020 e il Prix Pauline de Simia.
L’Orma editore è una casa editrice romana, la collana Kreuzville è dedicata alla letteratura contemporanea francese e tedesca.