“5 libri sul Primo Maggio” per conoscere meglio la storia di questa importante ricorrenza, ma anche per esplorare quei problemi irrisolti per cui il Primo Maggio diviene appuntamento fondamentale per alimentare la lotta per la rivendicazione di diritti non ancora acquisiti.
Questa volta a consigliarci i 5 libri saranno Maria Rita Marino e Gioacchino Lattanzio della libreria di Barletta I Funamboli Libri e Tè. Maria Rita e Gioacchino sono attivi sui social con le pagine della loro libreria (Instagram e Facebook) su cui pubblicano le loro proposte tra quelle che sono le novità editoriali. I Funamboli Libri e Tè apre a dicembre 2019, pochi mesi prima dell’arrivo della pandemia. Nell’intervista, di seguito, i libri consigliati sono linkati sulla pagina Bookdealer della libreria in modo da poterli sostenere.
Lavoro ed emigrazione sono temi correlati molto attuali, ma hanno riguardato i lavoratori italiani che partivano per cercare fortuna in altri paesi. Quale libro ci potrebbe portare dentro queste storie?
Emigrazione e lavoro sono temi legati a doppio filo, spostarsi alla ricerca di un futuro migliore è ancora oggi la speranza di molti. Da sempre dall’Italia, e sopratutto dal sud, si partiva per cercare lavoro in altri paesi. A tal riguardo ci viene subito in mente Cacciateli! di Concetto Vecchio. Un libro che fra racconto e giornalismo ci parla di quando i migranti eravamo noi nella Svizzera tra gli anni 60 e 70, malvisti e non accettati. E gli slogan nazionalisti che usavano in quel tempo ricordano quelli che oggi in Italia sono utilizzati dai populisti.
Sensibilizzare a queste tematiche è importante fin da subito, e per i lettori più piccoli può essere spunto di riflessione Mio padre il grande pirata (Orecchio acerbo editore): racconta la storia dei lavoratori italiani e le condizioni di lavoro nelle miniere attraverso gli occhi di un bambino innamorato del padre, minatore emigrato in Belgio.
I lavoratori spesso sono vittime di un capitalismo frenetico che in nome del progresso fa speculazione. Gli operai si ritrovano a partecipare alla costruzione di grandi opere e a far danno all’ambiente. Questo aspetto del lavoro salariato é già stato affrontato?
Se immaginiamo il legame tra lavoro – progresso – impatto ambientale non possiamo non pensare a Paolo Barbaro, pseudonimo con cui Ennio Gallo firmava i suoi lavori da scrittore. Per quarant’anni Ennio Gallo è stato solo ingegnere e si è occupato della costruzione di dighe. Nel libro Giornale dei lavori pubblicato nel 1966 da Einaudi, e oggi riportato ai lettori grazie alla pubblicazione di Abbot, Barbaro affronta proprio questo tema.
La diga diventa un simbolo della contraddizione tragica tra progresso e sostenibilità ambientale. Infatti la diga prosciugherà i corsi d’acqua, priverà i contadini dei loro campi, causerà morti a causa di una frana (come non pensare al disastro del Vajont parlando di dighe?). Ma sarà capace anche di assicurare alla popolazione delle migliorie grazie all’elettricità e a migliori collegamenti.
Nel libro di Barbaro ritroviamo il rapporto con la natura e l’ambiente e l’attenzione per un’umanità marginale e periferica capace di appassionare il lettore.
Con la crisi provocata dal coronavirus, tornano d’attualità il rischio dei licenziamenti e le condizioni contrattuali di lavoro di chi non ha potuto richiedere bonus. Inoltre, molti di noi diventano controllori degli altri per il rispetto di norme di sicurezza in questa emergenza sanitaria. Ci sono libri che affrontano questo aspetto colpisce il ruolo e la serenità del lavoratore?
Con la pandemia sanitaria in atto sono emerse molte problematiche legate al mondo del lavoro già esistenti nella società capitalista e oggi le vediamo amplificate nella loro tragicità. Durante il primo lockdown molti lavoratori sono stati considerati eroi, ma in realtà in molti casi mancano le basi e le garanzie che un lavoratore dovrebbe avere. Oltre a tutte le professioni sanitarie pensiamo anche a chi lavora come dipendente nei supermercati, presi quasi d’assalto in questo particolare periodo.
Certo eroi ma con quali garanzie? Diamela Eltit ci porta tra le corsie di un supermercato con Manodopera (Alessandro Polidoro Editore) per raccontarci le giornate di un dipendente tra corridoi e scaffali, in un mondo dove tutto si compra e si vende, e tutto è sotto l’occhio del supervisore. Tra turni spesso massacranti, licenziamenti di massa e istinto di sopravvivenza che prende il posto dell’empatia, Manodopera offre una lettura realistica del sistema di produzione neo-liberale, immergendo il lettore in un universo capace di rappresentare le molteplici sfumature della violenza, della degradazione e dello sviluppo del mondo del lavoro.
Il Primo Maggio è il giorno in cui storicamente il movimento operaio ha rivendicato le otto ore lavorative. Anche il lavoro femminile e minorile è stato preso in considerazione sin dalla nascita del movimento operaio. Quale libro si potrebbe leggere a proposito?
Le battaglie portate avanti dal movimento operaio non sono ancora terminate, molte ingiustizie devono ancora essere riconosciute e corrette. Sicuramente le donne lavoratrici sono ancor più degli uomini vittime di una disparità e ingiustizie nel mondo del lavoro. Basti pensare anche solo a un dato relativo all’anno appena trascorso: sono stati persi molti posti di lavoro, e di questi la maggior parte riguardavano le donne.
Una donna che di queste battaglia ha fatto una ragione di vita è stata Anna Kuliscioff, una figura complessa, impossibile da etichettare, un carattere forte e puro, combattente e fiera, dalla straordinaria intelligenza. L’originalità e l’acutezza della sua visione politica sono state riferimento per Andrea Costa e Filippo Turati. Anna sarà tra le prime specializzate in medicina d’Italia e praticherà la professione di medica: è lei stessa ad insistere sulla desinenza femminile per tutti quei lavori solitamente riservati agli uomini.
Io in te cerco la vita (L’orma editore) è una raccolta epistolare da cui emerge tutta la sua intelligenza, la sua fierezza e la forza delle sue battaglie per i diritti del lavoro femminile e minorile .
Nonostante un secolo e mezzo di lotte, alcuni lavori conservano, o acquisiscono nuovamente, una condizione di precariato. Ci sono testi che approfondiscono questo tema?
Uno degli aspetti che maggiormente destabilizzano un’intera generazione è proprio il precariato, l’impossibilità di poter progettare una vita, il dover imparare a vivere in un equilibrio instabile. Un secolo e mezzo di lotte non sono bastati a garantire a tutti quella stabilità e quella sicurezza su cui si dovrebbe fondare questa nostra Repubblica. E questo precariato lavorativo spesso contagia inevitabilmente altri aspetti della vita.
Ed è un po’ la storia di Livio Bellotti, protagonista di Poliestere (Fandango Libri). Livio vive e lavora in Brianza, è un operaio specializzato nella verniciatura dei mobili. A causa della crisi economica perde il lavoro e questo manda in crisi la sua relazione sentimentale con Lidia.
Ringraziamo sentitamente Maria Rita e Gioacchino e auguriamo a tutti un buon Primo Maggio!