Primo Maggio: il ricordo alle storiche lotte degli anarchici Cafiero e Covelli

Quest’iniziativa parte dall’esigenza di riportare la dimensione storica e rivoluzionaria della giornata del Primo Maggio ai giorni nostri, nel nostro tempo e nella nostra realtà locale. Contro la tendenza sempre più invasiva ed attuale di svilire la memoria e comprimerla nella vacuità del format- evento, della spettacolarizzazione e della trasformazione accomodante, consumistica ed insignificante, vogliamo oggi, più che mai, ricordare e ribadire la genesi libertaria di questa giornata.

Questa data non sarebbe esistita se non fosse stata segnata dalle rivendicazioni dei lavoratori tra il XIX ed il XX secolo. Nel 1855 in Australia si manifestava per la riduzione della giornata lavorativa ad un massimo di otto ore con il motto “otto ore di lavoro, otto ore di svago, otto ore per dormire”. Coerentemente a ciò, nel 1866 al congresso di Ginevra della Prima Internazionale, l’obiettivo principale divenne l’ ottenimento della giornata lavorativa a otto ore.

I lavoratori statunitensi, il Primo Maggio 1886, in particolar modo nella città di Chicago, scesero in piazza affinché il diritto alle otto ore fosse rispettato e conquistato a pieno titolo. Forte fu la repressione della polizia, gli scontri con i manifestanti e le condanne contro gli anarchici che avevano organizzato la manifestazione. Da allora, nella storia, quella giornata divenne simbolo di Emancipazione e Resistenza.

In seguito a questi indimenticabili eventi, nel 1981 la Seconda Internazionale proclamò la giornata del Primo Maggio «la festa dei lavoratori di tutti i paesi, nella quale i lavoratori, dovevano manifestare la comunanza delle loro rivendicazioni e della loro solidarietà».

Da quel momento in poi, in ogni paese, ogni anno, venne commemorato quel giorno attraverso manifestazioni e momenti di lotta che spesso vennero repressi e soffocati dalla polizia. In Italia, uno dei primi documentari di un corteo di lavoratori che manifestano per il Primo Maggio, fu girato in una città vicina a noi, stiamo parlando di “Grandiosa manifestazione per il Primo Maggio 1913 ad Andria”, di C. Balducci.

Questo documentario è una preziosa testimonianza di com’era interpretata e vissuta questa giornata da numerosissime persone appartenenti alla classe lavoratrice. Momenti così appaiono lontanissimi dalla nostra contemporaneità, e nel tentativo di guardarci attorno il giorno del Primo Maggio. Se il fascismo, durante gli anni del regime, riuscì a cancellare questa giornata internazionale, oggi i sindacati istituzionali pre-confezionano questa data come “la giornata del concertone a piazza San Giovanni”; snaturandone i reali contenuti storici politici, e proponendo alle giovani generazioni una falsa idea di giornata rivoluzionaria, tra l’altro mandata in diretta dalla tv di stato.

Occorre ripensare alle conquiste sociali che si sono avute e che oggi vanno sempre più perdendosi a causa della politica istituzionale da sempre servile nei confronti dei gruppi di potere economici, assecondata e favoreggiata dagli stessi sindacati.


E’ quanto mai necessaria una forte presa di coscienza della consapevolezza storica di quei traguardi di Emancipazione che la storia ci ha tramandato e che ci appartengono; per questo le vite di personaggi importanti, come gli anarchici Cafiero e Covelli, nostri conterranei, non possono essere dimenticate, e vanno ricordate in giorni come questi, nelle nostre città. Oggi il lavoratore e il lavoro, sempre più precario, part-time e a progetto, è strumento di speculazione nelle mani dell’imprenditore. Oggi più che mai, il Primo Maggio deve essere un momento per ripensare e riformulare il concetto di lavoro quale mezzo di Emancipazione dal capitalismo, finalizzato alla costruzione di una società egualitaria e di un’esistenza dignitosa per tutti.


L’appuntamento per Barletta è alle ore 10,30 su corso Vittorio Emanuele dinanzi alla lapide di Cafiero situata sulla facciata del palazzo dove egli nacque; e a Trani alle ore 11.30, in via Ognissanti angolo via Zanardelli presso Palazzo Covelli.
Anarchiche e anarchici

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