Ha causato diverse polemiche il cosiddetto “problema Sea Watch”, che ha riguardato l’approdo a Messina della nave Sea Watch 3, con a bordo 194 migranti. Questi ultimi erano stati salvati nel Mediterraneo, ma proprio negli ultimi giorni, la Sicilia e le sue autorità hanno imposto alla nave una quarantena da svolgersi a terra, per i migranti salvati, e a bordo per l’equipaggio. Tali disposizioni sono state poi modificate, e ora è stato deciso che per tutti, la quarantena sarà da svolgersi all’interno di una caserma militare. Le decisioni sono state avanzate in merito al problema Coronavirus, in modo da evitare qualsiasi rischio di contagio. La nave ha
risposto con un discorso riguardante la discriminazione. Come si è evoluta la vicenda?
Le disposizioni per la quarantena
È arrivata oggi, 27 febbraio 2020, a Messina la nave Sea Watch 3, per la quale è stata inizialmente disposta la quarantena a terra per i migranti e a bordo per l’equipaggio, trasformatasi però in una quarantena uguale per tutti e da svolgersi all’interno di una caserma militare. Quest’ultima ha risposto sostenendo che tali disposizioni sono discriminatorie per una nave Ong. Le autorità siciliane però rimangono ferree: la quarantena si svolgerà nel modo stabilito.
Il dialogo con Conte
Musumeci, il Presidente della Regione Sicilia, ha anche fatto presente al premier Conte che il livello della criticità del possibile contagio di Coronavirus derivante dalla Sea Watch 3 rimane alto. Per queste ragioni, in via del tutto precauzionale, si è ritenuto opportuno far svolgere la quarantena in tal modo. Ora si attendono gli esiti dei tamponi effettuati sui migranti. La polemica riguardante l’accusa di discriminazione però non si è arrestata.