“Prospettiva Quadraro”: dolorose memorie e l’importanza della condivisione.

prospettiva quadraro

Un nonno, Francesco, e sua nipote adolescente Laura sono i protagonisti del racconto lungo “Prospettiva Quadraro (Qual è la libertà?)” di Ilaria Rossi; un’emozionante opera in cui si narra una storia di accettazione e di condivisione, e che ricorda un triste episodio del nostro passato, avvenuto durante il secondo conflitto mondiale dopo l’armistizio tra l’Italia e gli Alleati.

Il cuore della narrazione è il dialogo che si viene a instaurare tra Francesco e Laura; la critica letteraria Lia Bronzi, prefatrice dell’opera, afferma in merito: «Simbolicamente, nel racconto, è la nipote Laura, con i propri punti interrogativi, rivolti al nonno, a sviluppare una curiosità che, spesso, la Scuola ancora non sa dare. Le risposte vengono fuori a tappe temporali da parte del nonno che, per il troppo dolore, aveva rimosso alcuni accadimenti». Francesco ha infatti serbato nel cuore per più di cinquant’anni le memorie di quei giorni funesti in cui, ad appena nove anni, aveva assistito inerme alla privazione della libertà di un migliaio di uomini, tra i quali vi era anche suo padre.

Ma contestualizziamo questo crudele fatto: è il 17 aprile 1944 e ci troviamo nel quartiere popolare del Quadraro, nella periferia sud di Roma; con il nome in codice ‘Operazione Balena’ l’esercito nazifascista, comandato da Kappler, per rappresaglia contro la decisione di Badoglio opera un rastrellamento del quartiere ai danni di coraggiosi partigiani. In seguito, una buona parte di loro fu deportata nei campi di concentramento in Germania e in Polonia e, secondo i dati storici, solo la metà dei confinati tornò in patria; per fortuna, il padre di Francesco riuscì a fuggire da uno dei treni della morte ma al suo ritorno a casa era diventato irriconoscibile – «Riapparì dopo tre mesi, non tornò un uomo, ma un lupo: affamato, sporco e stanco».

Francesco narra alla nipote di quegli anni di dolore e privazioni e Laura, a sua volta, racconta al nonno del suo smarrimento e della sfiducia nel futuro provati a causa della pandemia di Covid19: in entrambe le storie è la libertà al centro della loro discussione, una libertà negata, strappata, perduta forse per sempre. Il saggio Francesco, però, ha una sua teoria: «Sentirsi liberi è diverso dall’essere liberi […] Si può essere in gabbia e, comunque, credere di essere liberi»; e allora Laura ha un’illuminazione, e nel sentirsi compresa dal nonno comincia a guarire dalla sua sofferenza. Può ancora essere libera e felice, bisogna solo imparare a resistere e a non arrendersi mai.


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