“Bombe e segreti” cerca di fare chiarezza sulla strage di Piazza Fontana del 1969, sui retroscena, sui depistaggi, sul clima politico che si respirava allora e nei decenni successivi durante lo svolgimento dei processi.
Attraverso le parole del giudice Guido Salvini, Lanza ci spiega perché quella di Milano fu una strage di stato e non un crimine di apparati deviati dello stato.
Bombe e segreti è una ricostruzione imparziale dei fatti della strage di piazza Fontana a Milano nel 1969.
Luciano Lanza è stato testimone dei fatti avvenuti a Milano nel 1969, in quanto attivista del circolo anarchico Ponte della Ghisolfa. Partecipa alla fondazione di “A Rivista Anarchica” che sarà impegnata a fare chiarezza e controinformazione sulla strage di piazza fontana che da subito da giornali, polizia e dalle istituzioni politiche fu indicata come una strage compiuta dagli anarchici.
Gli eventi raccontati in Bombe e segreti
Il 12 dicembre 1969 una bomba presso la Banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza Fontana a Milano provoca 16 morti e un centinaio di feriti. Un’altra bomba viene ritrovata presso la Banca Commerciale Italiana in piazza della Scala. Quattro ore dopo verrà fatta brillare dall’ingegnere Teonesto Cerri, nonostante potesse essere disinnescata e fornire prove importanti.
Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico, sarà la diciassettesima vittima di quella strage. La sera del 12 dicembre gli verrà chiesto di recarsi in Questura a Milano. Sarà trattenuto oltre quarantotto ore e la notte tra il 15 ed il 16 di dicembre Pinelli muore cadendo dalla finestra dell’ufficio del commissario Calabresi.
Pietro Valpreda, anarchico del circolo 22 marzo di Roma, viene arrestato e incarcerato per oltre tre anni. Per la stampa italiana diventa il mostro di quella orrenda strage. I giudici lo assolsero soltanto nel 1987 per insufficenza di prove. Per la storia Valpreda e Pinelli sono innocenti. La strage di Piazza Fontana è una strage di stato eseguita da fascisti.
Un libro che fa chiarezza
Bombe e segreti di Lanza è un ottimo libro per conoscere tutta la storia che riguarda la strage di Piazza Fontana. Nonostante Lanza sia naturalmente di parte, nella prefazione ammette di essersi impegnato ad essere quanto più possibile obiettivo nella ricostruzione dei fatti.
Attraverso questo libro scopriamo il ruolo delle organizzazioni fasciste Ordine Nuovo e Avanguarda Nazionale, degli uomini del Ministero degli Interni (tra cui Federico Umberto D’Amato), dei servizi segreti italiani e statunitensi, del questore di Milano Marcello Guida ed infine delle procure che bloccavano le indagini che seguivano piste non gradite.
La giustizia su Piazza Fontana
La giustizia conclude il suo percorso senza trovare colpevoli. Sappiamo, però, chiaramente che lo stato italiano è stato mandante di quella strage. Lo scopo era quello di addossare la colpa agli anarchici ed ai comunisti per rafforzare il potere dei partiti “moderati” al governo. Principalmente della Democrazia Cristiana.
Gli esecutori della strage furono, invece, i fascisti che speravano in un colpo di stato che instaurasse un nuovo regime nazionalista in Italia.
Il libro si conclude con una intervista di Luciano Lanza al giudice Guido Salvini che dal 1989 al 1997 si occupa di un’inchiesta sull’eversione di destra e sulla strage di piazza Fontana. Guido Salvini chiarisce come, nonostante le sentenze, la paternità fascista della strage sia certa.
Grazie per la recensione. 🙂