Regole assurde per le biciclette: il lato comico delle proposte di Salvini

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Articolo umoristico tratto dal bollettino numero 4 della Newsletter umoristica

Cari lettori, oggi vi porteremo nel mondo “ciclico” delle proposte del nostro stimato ministro delle infrastrutture. Ricordate che si tratta di un articolo di satira politica e che se non amate la satira o se la amate solo quando prende di mira personaggi politici e partiti a voi ostili, allora questa rubrica non fa per voi.

Dopo aver tolto il temuto “super bollo” alle auto di lusso e diversamente ecologiche, sembrava che il ministro si stesse concentrando finalmente sui ricchi e sui loro privilegi. Invece siamo di fronte ad un nuovo nemico: la bicicletta selvaggia di cui va regolata la circolazione con assicurazione, casco, targa e frecce! Sul serio, non c’è niente da rider!

Sì, avete letto bene. Secondo il ministro, le biciclette, quei mezzi di trasporto silenziosi, ecologici ed economici, dovrebbero essere trattate come veicoli a motore. Ma aspettate un attimo, perché non ci siamo persi qualcosa lungo il percorso? Non erano proprio le auto di lusso inquinanti ad essere il problema? No, il problema sono sempre e solo i poveri.

Il ministro, pur senza dirlo, ci fa intendere e ci avverte che le biciclette sono pericolose per la circolazione e che creano ingorghi. Chissà, forse nelle ultime alluvioni in Romagna anche i fiumi, se fossero esondati di giorno e nel fine settimana, avrebbero trovato le strade bloccate dalle biciclette e sarebbero rimasti nei loro letti. 

Potrebbe essere che le biciclette inquinano più dei poderosi SUV? Quante migliaia o milioni di persone utilizzano la bicicletta ogni giorno? Compiono uno sforzo fisico che comporta un maggiore consumo di ossigeno e una maggiore produzione di anidride carbonica che buca l’ozono ma non le gomme delle biciclette. Anche un limite di velocità e di sforzo potrebbe essere utile a riguardo, con la polizia locale che misura il battito cardiaco ai ciclisti fermati, e -perché no!- un divieto di andare in bicicletta in salita. La nuova pubblicità progresso potrebbe recitare “Basta sforzi, basta Co2. Rottama la tua vecchia bicicletta e compra un Suv elettrico!”.

C’è un’altra riflessione da fare riguardo chi va in bicicletta. Chi utilizza la bicicletta per muoversi non ha fretta di arrivare sul luogo di lavoro. Alla guida è incerto, non si capisce se vuole proseguire dritto o svoltare. Non tiene la destra (non la alza neanche), guida senza preoccuparsi che altri possano avere necessità di recarsi velocemente a lavoro. Non lo concepiscono neanche. Per questo immaginiamo che i ciclisti solitamente siano disoccupati o percettori di reddito di cittadinanza. Rispettino le regole anche loro e se non possono permetterselo, vadano a lavorare. A piedi o in autobus.

Se a provocare un incidente fosse un ciclista che percepisce il reddito di cittadinanza, chi li pagherebbe i danni? Lo stato, l’Inps, l’Inail? Pagando i danni a rate con il reddito di cittadinanza, ci vorranno quantomeno 80 anni.

Ma se dobbiamo parlare di “assicurazione per biciclette”, allora perché non sognare in grande? Immaginate una “Critical Mass” di ciclisti che si riversano nelle assicurazioni per sottoscrivere polizze per le loro bici. Migliaia di ciclisti in fila, con tanto di casco e targa, pronti a dimostrare al ministro che la bicicletta è qui per restare e che non ci fermeremo di fronte a proposte assurde.

In effetti, sì, potremmo vedere un’immensa fila di ciclisti che circondano le sedi delle compagnie assicurative, con una richiesta univoca affidata a megafoni e striscioni: “Assicurate le nostre biciclette contro il pericolo di pedalare sulla strada!”. Sarebbe un evento epico, una dimostrazione di unità e determinazione nel difendere il nostro diritto di muoverci in modo sostenibile. E dimostrare l’incompetenza di un ministro alle infrastrutture che non si occupa di garantire più piste ciclabili nelle città.

E mentre la “Critical Mass assicurativa” si forma, immaginate l’effetto che avrebbe sulla società. Le compagnie assicurative sarebbero costrette a rivedere le loro politiche e a riconoscere il valore delle biciclette come mezzo di trasporto sicuro ed ecologico. Potrebbe essere l’inizio di una nuova era, il sogno di assicurare anche i pedoni.

E voi, cari lettori, cosa ne pensate di questa audace proposta? Vi unireste alla “Critical Mass assicurativa”? Fateci sapere commentando sul blog o condividendo l’articolo sui social (taggateci!). E ricordatevi di mantenere sempre un pizzico di umorismo nelle discussioni più assurde!

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