Ciao, io esco. Romanzo d’esordio di Arianna Giannini

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Ciao, io esco

In un mondo parallelo al nostro, una potente multinazionale chiamata Oneiroi, si appropria dell’energia onirica di soggetti umani scelti per il loro alto potenziale, fornendo loro sogni artificiali. Camilla, agente capace e fedele, crede ciecamente nella missione dell’azienda, finché non le viene assegnato Cesare, un soggetto dal massimo potenziale onirico: l’attrazione che prova per l’uomo e un’indagine sul nebuloso passato dell’azienda, che ha avuto tra le sue cavie illustri Leonardo Da Vinci, Paul McCartney e il celeberrimo Vincent van Gogh, la spingeranno a rivedere i propri ideali e la metteranno di fronte a una scelta difficile e coraggiosa. (dalla pagina dell’editore)

L’autrice

Arianna Giannini è una giornalista e scrittrice piemontese. “Ciao, io esco” è il suo primo romanzo. Dall’omonimo blog si intuisce una passione costante e prolifica per la scrittura creativa e i racconti. Sul sito dell’editore viene anche definita “imprenditrice inflessibile”; aggettivo che sarebbe da approfondire per comprendere quanto Camilla, la protagonista del romanzo, si avvicini all’alter ego letterario dell’autrice. Il libro evidenzia anche un certo interesse della scrittrice per la storia dell’arte.

La casa editrice

Bookabook è una casa editrice in crowdfounding, permette cioè a chiunque di proporre il proprio libro. Lo stesso, dopo una prima valutazione da parte degli editor, passa eventualmente alla fase di prevendita. Qualora questa abbia successo si procede alla pubblicazione definitiva. Bookabook ha avuto il merito, in un settore dominato dal truffaldino sistema dell’editoria a pagamento – ben narrata da Umberto Eco ne “Il pendolo di Foucault” – di proporre un’alternativa rivolta ad autrici e autori emergenti. La casa editrice parla di una scrematura iniziale basata sulla qualità. Tuttavia, leggendo il loro catalogo pare che talvolta, alla qualità, si affianchi anche la necessità di non trascurare le logiche di mercato.

“Un APS è un Autore a Proprie Spese e la Manunzio è una di quelle imprese che nei paesi anglosassoni si chiamano “vanity press”. Fatturato altissimo, spese di gestione nulle.”

Umberto Eco – Il Pendolo di Foucault

Il libro

Abbiamo sempre pensato che le cose, intese proprio come oggetti posseduti e dai quali ricaviamo qualche forma di soddisfazione, siano contente di essere usate da noi; ma se cosi non fosse? Potremmo riassumere l’idea geniale dell’autrice, da cui scaturisce il romanzo, in questa questione morale tra l’utilizzatore e la cosa utilizzata. Il problema è che “le cose”, in questo caso, sono gli esseri umani e l’utilizzatore è la potente multinazionale Oneiroi. L’azienda si trova in un mondo parallelo. Un mondo i cui esseri viventi sono privi della capacità di sognare. Per questo motivo, sfruttano una sorta di algoritmo telepatico per individuare gli esseri umani con maggiore potenziale onirico, rubarne l’energia sprigionata nella fase REM e usarla per produrre pillole che fanno sognare. La protagonista principale è Camilla, pienamente e convintamente asservita alla sua azienda. L’amore per Cesare (un umano), la porterà a scoprire il vero volto della Oneiroi e rimettere tutto in discussione. Il finale del libro lascia ampi margini per un eventuale secondo episodio.

Considerazioni personali

Dopo aver letto la sinossi, ho entusiasticamente voluto leggere e recensire il romanzo. I temi che riguardano i sogni, i dejà-vu, i sogni lucidi e i personaggi storici citati mi risultavano irresistibili. Tuttavia il libro presenta qualche punto di debolezza. Il mondo parallelo non è ben definito e mi ha lasciato spesso nella confusione del locus letterario. Presenta troppe somiglianze con il pianeta terra per essere “parallelo” e ne riprende tutti i mali dell’organizzazione sociale (a partire dal patriarcato). Il carattere dei personaggi è costruito con una buona attenzione ma è spesso banale. Alcuni passaggi del libro sono troppo “televisivi”, da fiction, e servono al lettore una pietanza dal sapore già conosciuto. I colpi di scena e le svolte sono prevedibili e deboli (tranne in un caso). Ad ogni modo sono certo che nei prossimi lavori, l’autrice possa perfezionare e migliorare il suo stile. Le premesse sono sicuramente positive. Consiglio il libro come un buon momento di evasione e relax fruibile già nelle prossime scampagnate primaverili.

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