Il GASC (Gruppo d’Acquisto Solidale e Critico) di Barletta, in collaborazione con l’Ass. Culturale Wolakota, dopo aver organizzato la “Sagra della Sponza” a dicembre 2014, annuncia lieto che la prossima tappa sarà la “Sagra della Fava”, cinque mesi dopo, a Maggio del 2015.
Il presupposto è sempre quello, ovvero far rivivere i prodotti tipici della cucina tradizionale pugliese, ridando ad essi quella dimensione e quella dignità popolare, che il mercato della grande distribuzione ha gradualmente cancellato e sostituito con tutt’altri cibi, modificando le abitudini alimentari e culturali quotidiane del nostro tempo. Comprendere il valore della cucina contadina, del prodotto coltivato con metodi naturali, a km 0, assaporato rispettandone i tempi di coltivazione e di raccolta, è uno dei principi cardine delle sagre del GASC; insieme alla la promozione di un atteggiamento critico di consumo e produzione.
Riproporre elementi gastronomici tipici, della coltura e della cultura contadina delle nostre terre, nei menù dei locali della città, ristoranti, pub, pizzerie, circoli, al giorno d’oggi, vuol dire recuperare quella dimensione popolare perduta, come una forma di resistenza e di fiducia nelle proprie risorse e di rispetto della madre terra, dopo tempi lunghi di omologazione ed consumo sfrenato.
Le fave, in particolar modo, sono un legume importantissimo nella nostra cucina regionale, pensiamo ai classici “favetta e cicoria” o “fave con l’aglio fresco e menta”: piatti poveri ed allo stesso tempo ricchissimi.
Un cibo rituale molto antico, che ai tempi dei romani era considerato simbolo di “rinascita” dalla morte. E con la primavera, ad aprile questa ritualità e simbolicità della rinascita, si percepisce e si attende. Infatti, come insegna la cultura popolare, il rispetto per i tempi di maturazione di ogni seme scandisce le abitudini e la vita del genere umano, nella ritualità ciclica delle stagioni della terra e della cultura dell’uomo. Così, come insegnano i proverbi contadini delle nostre parti:
“A san Francìsch la fève indo canìstre”
(A san Francesco la fava nel canestro. Si riferisce al periodo di semina delle fave, all’inizio di ottobre);
“A la maculata la fave ste chiantata”
( All’immacolata, 8 dicembre, la fava è già piantata);
“A Ssande’ Stase, ogn’e fave ha fatt u nas”
(A sant’Anastasio, 27 Aprile, ogni fava ha già il nasello, ovvero è pronta per essere gustata!)