Indice dei contenuti
Sono altre due le vittime ufficiale del regime iraniano in questa giornata. Shahriar Adeli è stato ucciso sotto tortura nel centro di detenzione di Sardasht, nell’Azarbaijan occidentale al confine con l’Iraq. Aveva solo 27 anni.
Majid Reza Rahnavard
Majid Reza Rahnavard, aveva 23 anni. Colpevole di essere stato trovato in possesso, durante una protesta, di un coltello. È la seconda condanna a morte eseguita in tre giorni. Qualche giorno fa ad essere giustiziato è stato Mohsen Shekari.
Seppure si parli di seconda condanna a morte, le stime parlano di oltre 500 manifestanti uccisi durante le proteste. Molti manifestanti sono stati giustiziati all’interno delle carceri di nascosto.
Le condanne a morte in Iran
Questa volta, invece, la Repubblica Islamica ha deciso di rendere pubbliche le condanne a morte. Sono un’altra decina i condannati che aspettano di essere giustiziati.
Il regime crede in questo modo di creare divisioni tra i manifestanti e scoraggiare le proteste.
Sparano ai genitali e ai seni delle donne
Le forze militari e paramilitari, negli ultimi giorni, stanno utilizzando un’altra forma brutale di aggressione per scoraggiare le manifestazioni delle donne. I tiratori sparano ai genitali, ai seni e al viso delle donne che manifestano per colpire la loro bellezza e lasciare danni permanenti.
Manifestazione a Mashhad
A Mashhad, città capitale della provincia Razavi Khorasan, una manifestazione si sta dirigendo in questi minuti verso la casa dei genitori di Majid Reza Rahnavard che nei giorni scorsi era stata presa di mira dai paramilitari basij che l’avevano vandalizzata.