Sulla tendenza globalizzante del mercato

Il mercato è globale. Forse non c’è nulla di più strano perchè vi siamo abituati. In cosa consiste questo mercato globale? Proviamo a fare un esempio: immaginate un mercato, un mercato rionale con le sue bancarelle ed i suoi prodotti. Ora moltiplicate quel mercato per tutti i mercati del pianeta. E’ una specie di mercato unico in cui alcuni prodotti hanno l’opportunità/arroganza di essere venduti in tutto il pianeta, rimpiazzando prodotti locali simili o abitudini, come quella di preparare in casa dolci o altri piatti tipici. Il mercato globale è sorretto dalla grande distribuzione, un insieme di aziende che si occupano di portare il prodotto di una fabbrica qualsiasi su tutti gli scaffali e su tutte le bancarelle del pianeta. Questo sistema porta ad un’anomalia, assurda, grave a cui però non facciamo solitamente caso perchè non siamo abituati a leggere le etichette dei prodotti che acquistiamo. L’anomalia è che, per esempio, in una regione come la Puglia famosa per la produzione del grano del Tavoliere e per la produzione di olive, i consumatori (tutti i cittadini sono consumatori) debbano essere costretti a prendere dagli scaffali dei supermercati, e a comprare, olive della Spagna e farina di grano importato dalla Siberia. Nei mercati, quindi, non si dà priorità ai prodotti locali, che dovrebbero essere più freschi e genuini, ma si sceglie cosa vendere seguendo altri criteri.

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