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Una storia d’amore ai tempi del Coronavirus? Un diario di bordo di un anno di pandemia? Niente di tutto ciò. Il nuovo romanzo di Alessandro Gazoia è un’analisi introspettiva e personale sulla società e sulle trasformazioni che l’hanno inevitabilmente attraversata in questo lungo periodo di crisi globale.
Alessandro Gazoia e la struttura del libro
Alessandro Gazoia è un saggista, editor e scrittore, dedito principalmente all’attività giornalistica. Ha collaborato a lungo con la casa editrice indipendente Minimum Fax, con la quale ha pubblicato i saggi Come finisce il libro (2014) e Senza Filtro (2016), mentre la più recente collaborazione con Nottetempo segna il lancio e la pubblicazione del suo primo romanzo, dal titolo Tredici Lune. Il rapporto con la casa editrice Nottetempo diventa un importante sodalizio professionale, e la comune visione di intenti si concretizza nella nomina di Gazoia a nuovo direttore editoriale.
Il romanzo Tredici Lune ha una struttura molto fruibile. Si presenta in 5 capitoli, intervallati da sezioni definite Microdemie: brevi spaccati di vita quotidiana ai tempi del Covid, che esulano dal racconto principale.
In un tempo sospeso…
Chi siamo noi oggi? Quello che abbiamo vissuto ci ha realmente cambiato? O ci nascondiamo dietro discorsi di circostanza radicando i limiti e contraddizioni di cui la nostra società si compone?
Il protagonista del libro è Ale, scrittore editore un po’ nerd, ansioso, lievemente sociopatico: caratteristiche che vengono nettamente accentuate dalla situazione esterna, un’inaspettata epidemia mondiale che accresce dubbi e incertezze sul futuro.
Non so se sia voluto dall’autore, ma anche lo stile di scrittura riesce a trasmettermi questa sensazione di inquietudine: scarsa punteggiatura, pensieri lunghi (quasi flussi di coscienza), concetti profondi che vanno dallo specifico al generale.
L’ansia primaria del protagonista è collegata alla figura di Elsa: donna che troviamo solo nella prima parte del libro, prima che lei faccia ritorno a Napoli, dai suoi genitori. Quella tra Elsa e Ale è una relazione agli esordi: tanta passione tra i due, soprattutto da parte di lui, ma fievoli basi per sopravvivere ad una storia a distanza, specialmente se la chiusura delle regioni imprigionerà ogni realtà nel suo piccolo confine, mettendo in pausa ogni tipo di rapporto.
Per quanto ancora siamo disposti a restare in un tempo sospeso? La vita, nonostante tutto, sente il bisogno continuo di manifestare il suo slancio; ne sono testimonianza le stagioni che cambiano, nonostante tutto, con la seconda primavera che fiorisce su questa realtà grigia. E noi? Noi non facciamo forse parte di questo flusso di energia? Fermarci e mettere in pausa le nostre vite: ma a che costo? Domani non saremo più gli stessi di oggi, e probabilmente quando una ripresa del tutto regolare sarà possibile, i nostri progetti non saranno più gli stessi di un anno fa, ma nuovi bisogni e desideri, frutto del nostro mutamento.
Allo stesso modo, ciò che accade al nostro Ale è che questa storia, apparentemente ricca di passione, sfuma dietro l’onta dell’incertezza. Ma se invece Elsa avesse colto l’occasione per sottrarsi ad una relazione di cui non era convinta? In tanti in questo periodo hanno rivalutato le proprie priorità e tagliato via il superfluo: come se, nel momento in cui la tua vita vacilla, ti rendi conto che vuoi dedicare il tuo tempo solo alle cose che ti fanno stare bene.
Quando i nomi non sono dati, perché i morti di un evento aumentano giorno dopo giorno e non possono venire raccontati a uno a uno, i modelli non scorrono più sopra il dolore, s’ingolfano. E quando i morti crescono senza sosta solo per essere citati di fretta e quasi di nascosto, con un numero bisbigliato, allora significa che i tempi normali sono proprio finiti, gli schemi tutti saltati, e in nuove condizioni d’emergenza e d’eccezione non si sa o non si vuole raccontare quello che accade.
Alessandro Gazoia – Tredici Lune
Microdemie
Come già anticipato parlando della struttura del romanzo, la storia del nostro protagonista è intervallata da piccoli spezzoni di vita quotidiana, sotto forma di brevissimi racconti.
Ogni microdemia è una lente d’ingrandimento con il focus su una specifica realtà, vissuta ai tempi del Covid.
Si tratta di storie semplici ma efficaci, con lo scopo di farci riflettere da altre angolazioni sulle enormi difficoltà dell’attraversare questa lunga corsa ad ostacoli. Per tutte le coppie, per i lavoratori precari, per i parenti lontani e spesso malati, per la paura dell’ignoto, per la paura del contagio, per il disagio di doversi giustificare nel compiere azioni quotidiane, come andare a fare la spesa.
Mi colpisce tanto un passaggio, nella prima microdemia, in cui il protagonista del breve racconto, riferendosi a una chiamata con un amico pensa “voglio chiedergli davvero ‘come stai’?” sottolineando il significato che questa domanda ha nel tempo perduto.
“Come stai”? E’ diventata una frase di circostanza atta a intrattenere conversazioni superficiali nelle quali nessuno degli interlocutori è realmente interessato alla risposta dell’altro.
Ma “come stai?” chiesto nell’ultimo anno ha avuto una nota decisamente diversa, a tratti drammatica, perché sentire un parente o un amico al telefono, sapendo di non potersi vedere fino a un tempo indefinito, caricava quella domanda di coraggio e aspettativa.
Gazoia e la sua analisi sociale
Ciò che inizialmente potrebbe essere interpretato come un banale romanzo su una storia d’amore nell’anno 2020 si è rivelato essere molto di più.
Sinceramente, non vedevo di buon occhio una trama costruita su questa tematica, in quanto, forse un po’ come tutti, sono stufa di sentirne parlare, e la lettura, in questo, serve a evadere, viaggiando in tempi e spazi lontani.
L’autore è stato in grado di dipingere il quadro attuale in una cornice del tutto diversa, facendo emergere considerazioni interessanti sull’uomo e sulla società, regalandoci importanti spunti di riflessione.
Si parla dell’isolamento sociale prodotto dal distacco e delle gravi conseguenze psichiche che può comportare. L’apatia, la perdita di immaginazione, il ruolo dei social nelle nostre vite, e la loro paradossale capacità di estraniarci in proporzione a quanto ci connettono.
Si parla di rifiuti, di ambiente: Gazoia ci esorta ad arrivare al cuore delle cose, ad indagare a fondo, a porci delle domande, affinché questo periodo di introspezione diventi un’analisi produttiva su noi stessi.
Forse tutto quello che scriviamo e ci pare incredibilmente intenso o ferocemente spregiudicato farà sorridere e imbarazzare nello stesso modo, perderà il significato che gli stiamo assegnando con tanta determinazione dalle nostre camerette, dietro le nostre mascherine, con le nostre mani che sanno di disinfettante. Leggeremo di nuovo e ci domanderemo tra sbalordimento e sconforto come potevamo essere tanto disorientati, come potevamo credere che il nostro pensiero fosse tanto profondo decisivo essenziale.
Alessandro Gazoia – Tredici Lune