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Nel 2024, Donald Trump ha vinto di nuovo le elezioni presidenziali. La sua vittoria riflette una profonda sfiducia verso la democrazia elettiva, soprattutto da parte dei suoi stessi elettori. Molti hanno scelto Trump per esprimere la loro disillusione verso la politica tradizionale e il risentimento verso la cosiddetta sinistra, sempre più orientata al neoliberismo, che ha tradito palesemente le istanze di equità e progresso sociale. Ma c’è di più.
Il nichilismo politico: una reazione alla sfiducia
Nietzsche descriveva il nichilismo come una condizione di assenza di valori stabili o significati. In politica, questo sentimento emerge quando gli elettori non vedono alternative valide. L’estrema destra vince nel mondo perché alle persone è stata inculcata fin dall’infanzia la convinzione di poter scegliere solo tra opzioni predefinite. Questo concetto, così contrario alla natura umana, ha ormai esaurito le centomila pirandelliane maschere con cui ha soggiogato il vivente. La scelta di Trump, così come la vittoria elettorale delle peggiori destre in tutto il mondo, equivale alla richiesta di eutanasia fatta da un malato che percepisce erroneamente di essere terminale. Le persone in tutto il mondo sposano complottismi sempre più arditi, assurdi e arzigogolati non per ignoranza o per incapacità di analizzare la realtà ma proprio per l’esatto contrario. La percezione di un’apocalisse prossima – nucleare o climatica, la scelta non manca – è concretamente diffusa anche in coloro che si credono assolti, per citare De André . Ed è per questo che votare Trump, Meloni et similia equivale oggi alla biblica “muoia Sansone con tutti i filistei”.
La salvezza del vivente è oltre il potere
Tuttavia, la percezione della mancanza di alternative è reale solo all’interno di una narrazione distorta. L’idea che l’organizzazione gerarchica della società e che la partecipazione sociale possano esprimersi solo tramite la funerea urna elettorale è falsa. Si tratta di una bugia funzionale all’autopoiesi del potere. Così come sono funzionali al potere coloro che si presentano come distruttori o rottamatori neoliberisti del sistema stesso.
La via anarchica
Disimparare le convinzioni introiettate è necessario. Il vero malato terminale non è il vivente, ma il sistema di dominio che lo sfrutta. Un parassita inutile e insostenibile da cui liberarsi, scegliendo di prendere in mano le proprie vite personali e collettive. Proprio ora, in un momento in cui la tentazione di una roboante e decadente apocalisse appare inevitabile e addirittura più facile.
L’anarchia propone l’autogestione e la cooperazione volontaria al posto della delega. Promuove un’organizzazione orizzontale pacifica, contrapposta al caos e alla violenza del controllo gerarchico e poliziesco. Decisioni collettive e gestione di tutto per tutti, anzichè di tutto per pochi a danno di tutti.
E certamente più difficile, impegnativa e per sua natura meno vincente della performance elettorale. Non è vincente perchè l’obiettivo non è sconfiggere qualcuno ma con-vincere insieme.
Un nuovo inizio: oltre la democrazia elettiva
La crisi attuale può rappresentare un’opportunità per ripensare il modo in cui organizziamo la politica. Il fallimento della democrazia rappresentativa spinge molte persone a cercare alternative più autentiche. L’anarchia, con la sua enfasi sull’autogestione e sulla cooperazione, offre una possibile via d’uscita. Costruire comunità basate sulla partecipazione diretta e sull’uguaglianza potrebbe ridare significato alla politica. Non si tratta di eliminare la democrazia, ma di attuarla finalmente nella sua unica e autentica essenza. Il potere condiviso da tutti porta all’annullamento del potere stesso, eliminando privilegi, divisioni e sfruttamento del vivente che il potere giustifica.