Tutti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri

di Pierpaolo Doronzo

Così diceva George Orwell nel celebre romanzo “La fattoria degli animali”. Ed è questa la triste realtà che il nostro Paese sta attraversando in questi anni, in particolare nel 2010. La diseguaglianza sociale sta raggiungendo limiti esasperanti, tant’è che sembra quasi un ritorno al Medioevo. Si urla all’odio razziale su siti internet e su blog, i diritti fondamentali vengono calpestati e tutto ciò nell’indifferenza di molti.
Non si può dire che gli ultimi anni di governo siano stati i più rosei della nostra Repubblica, indipendentemente dal governo di turno, destra o sinistra.


I punti che devono essere affrontati sono pochi, ma di un’importanza fondamentale e, più importante ancora, che sia la stessa gente ad interessarsi a queste problematiche perchè politica non è solo corruzione, ma interessarsi al bene del proprio Paese e della propria città.
Primo tra tutti, cultura e istruzione.


La riforma Gelmini, descritta come una riforma epocale, rischia seriamente di non diminuire, ma di aumentare i problemi dell’università e della scuola. Infatti, oltre ai tagli di posti di lavoro, ai ricercatori i cui contratti diverranno a tempo determinato per un tempo che va dai 6 agli 8 anni (attualmente i ricercatori precari vivono con poche centinaia di euro al mese) e il problema dei baronati, vero cancro dell’Università italiana non verrà estirpato; anzi, verrà peggiorato. Secondo un emendamento, solo in uno stesso dipartimento non potranno essere assunte persone che hanno un legame di parentela che va fino al quarto grado. Inoltre la figura del maestro unico nelle scuole primarie riduce ulteriormente le speranze di migliaia di giovani studenti di lettere e pedagogia, il cui futuro è già tristemente nero.


In secondo luogo il lavoro. Al giorno d’oggi, i diritti dei lavoratori stanno sparendo uno per uno. Basta vedere le minacce dell’amministratore delegato della FIAT, Sergio Marchionne, che ha proposto un nuovo contratto di lavoro in cui il diritto alla malattia e allo sciopero vengono fortemente limitati, fin quasi ad essere eliminati; pena il licenziamento. Inoltre come dimenticare i precari sui tetti delle officine, delle scuole, sulle gru per richiedere ciò che la Costituzione sancisce per ogni cittadino, ossia un lavoro che possa integrarlo nel Paese e possa far sì che contribuisca al benessere proprio e dell’Italia. Come dimenticare le morti bianche, di cui l’esempio più brutale e feroce rimane il rogo presso gli stabilimenti Thyssenkrupp, nel dicembre 2007. Solo nel biennio 2009 – 2010 sono morti più di 2000 lavoratori. Persone invisibili agli occhi della cronaca, solo un numero che si aggiunge all’elenco sconfinato. E nessuno paga mai, perchè in Italia la giustizia impiega troppi anni per processare qualcuno e il reato finisce quasi sempre in prescrizione.


Terzo e ultimo punto, l’uguaglianza dinnanzi alla legge e allo Stato. Da troppo tempo assistiamo a leggi vergogna per proteggere i politici da scandali e da processi, così come da troppo tempo si assiste a una vera e propria ondata di omofobia e xenofobia, dovute ad una politica troppo aggressiva nei confronti del “diverso”.

La cosa che angoscia di più è che nessuno paga mai per questi crimini, che rimangono sempre sospesi e senza un mandante o un colpevole. Il 2011 si prospetta un anno incandescente in seguito a tutto ciò. Gli italiani devono far sentire la loro voce, urlare allo scandalo e reclamare i loro diritti attraverso la manifestazione, sia che siano di destra che di sinistra. I diritti non hanno colori politici. In molti hanno condannato la firma di Napolitano al ddl Gelmini, ma il garante della Costituzione per legge, più precisamente secondo l’art.87 della Costituzione, può reinviare alle Camere solo una volta il testo di legge, per eventuali punti anticostituzionali da correggere. Una volta riottenuto, deve firmarlo obbligatoriamente. Ma è altrettanto vero che in una democrazia con la D maiuscola, il popolo è sovrano e come tale ha diritto ad una manifestazione e ad un referendum mediante il quale può abolire una legge.

L’augurio migliore che ci si può fare per questo 2011 è che la coscienza di questo Paese si risvegli per far capire alla classe dirigente che il popolo italiano è stanco di essere trattato come una pezza da piedi.

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