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Julian è un diciannovenne esile e pallido, la sua anima è azzurra come la sua chioma. Mangia pochissimo, ha sempre in mano il cellulare, ma sente e osserva ogni cosa. Abbraccia tutti, poi scappa. Se permettesse a qualcuno di toccarlo davvero si troverebbe a dover affrontare sentimenti dai quali ha preso una distanza di quasi 10.000 chilometri: quelli che separano Milano da Tokyo. Dopo un anno trascorso in Giappone è proprio a Milano, il luogo della sua ferita originale, che Julian sta tornando. Una città in cui tutto è chiuso tranne il cielo.
Julian e l’estate milanese
Nella torrida estate milanese, in cui tutto è chiuso tranne il cielo, rientrato dopo un anno studio a Tokio, Julian rivivrà traumi non ricomposti in una spirale che lo porteranno vicino al dissolvimento.
Con questo romanzo sono andato in territori per me incogniti: una storia contemporanea – siamo nel 2016 – che parla di adolescenti in modo originale.
L’adolescenza contemporanea
Mi ha colpito l’originalità con cui viene raccontata l’adolescenza.
Io ho il doppio degli anni della maggior parte dei personaggi e un po’ fatico a ricordarli, quei miei 20 anni.
Quello che mi è chiaro però è la resa narrativa di una profonda differenza. E non è una questione qualitativa o quantitativa.
“Pazzesco. Io ero un povero coglione, a diciannove anni. Hai una consapevolezza che mi fa paura. Ce l’avete quasi tutti, in verità. Noi eravamo tuberi, rispetto a voi. Inconsapevoli, innocenti, timorati tuberi. Tutto merito di internet, anche se devo dire che ringrazio di averla scampata. Forse è meglio essere tuberi, finché si può.” Già.
Analogico/digitale: rivoluzione?
Ma non tutto è ascrivibile al passaggio analogico/digitale seppur stiano attaccati ai device e sui social di continuo.
Non per cercare un rifugio, una fuga dalla realtà o come forma di dipendenza. Piuttosto come un dato acquisito. Un elemento che c’è.
Questo non significa superficialità nei rapporti o nei sentimenti.
Adolescenza e corpo
Anche il rapporto dei personaggi con il proprio corpo mi ha colpito.
Mentre “appare” su youtube, twitch o istagram, il corpo “scompare” dal protagonista quasi a smaterializzarsi. Il corpo e la fisicità – sessualità compresa – sembrano siano un impaccio. Lo stesso rapporto complicato col cibo lo sottolinea. Lo stesso corpo e cibo che possono essere una ripartenza.
Una scrittura per sottrazione
La scomparsa del corpo, la sua sottrazione è anche quella della scrittura. Agile, elastica, ma quando serve robusta o affilata pur rimanendo leggera.
Conclusioni di tutto è chiuso tranne il cielo
Bella esperienza di lettura, nata dalla curiosità dopo aver letto un racconto dell’autrice presente nella raccolta Manifesto edita da Fandango.