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Un’autobiografia fittizia in cui Judith Schalansky racconta la nostalgia per vite che non sono le nostre: Il blu non ti dona ci fa sfilare davanti agli occhi una serie di cartoline sbiadite eppure ancora vivide. Dalla costa baltica fino a Riga, New York e una finta Venezia più vera della realtà, un viaggio che è un caleidoscopio di vite diverse, tutte accomunate dal rumore del mare in sottofondo.
L’autrice – Judith Schalansky
Nata nel 1980, Judith Schalansky è una scrittrice tedesca, designer e insegnante di tipografia. Ha esordito nel 2006 con un compendio tipografico intitolato Fraktur mon amour, dedicandosi solo successivamente anche alla letteratura. Nel 2020 ha vinto il Premio Strega Europeo con Inventario di alcune cose perdute. Il blu non ti dona è un titolo del 2008, l’esordio letterario dell’autrice, pubblicato in Italia da nottetempo a novembre 2021. Lo splendore casuale delle meduse, pubblicato da nottetempo nel 2013 e tradotto in piú di venti lingue, ha vinto nel 2012 il Premio Buchkunst Stiftung per il libro piú bello dell’anno e nel 2013 il Premio Salerno Libro d’Europa.
Il blu non ti dona – La trama
I nonni di Jenny vivono al mare, non smettono mai di ricordare che loro “vivono dove gli altri vanno in vacanza”. In una sequenza di frammenti che sembrano cartoline sbiadite, seguiamo la storia di Jenny, le sue estati insieme ai nonni. Scopriamo il suo desiderio di diventare un marinaio e andare per mare.
Ci troviamo sulla costa baltica, nel periodo della Repubblica Democratica Tedesca, tra giornate al mare su teli a fiori, hotel dalla forma di enormi casermoni, e concerti in una conchiglia dischiusa.
La trama di questo libro comincia lineare, ma esplode poi tra mille frammenti. Linee narrative che si diramano in varie direzioni, portandoci in altri luoghi e a conoscere una moltitudine di personaggi, quasi una serie di diverse sfaccettature della protagonista Jenny.
L’autrice ci accompagna tra i diversi volti di Jenny: Serioša, Claude, Lucy, Wolfgang… Ecco che tra le pagine del libro ritroviamo le uniformi da marinai, i colletti ampi, i cappelli a bustina. Storie che sembrano fermoimmagine di vite sospese. In effetti le vecchie fotografie che costellano queste pagine raccontano alla perfezione i frammenti di queste vite, colte in un momento di immobilità di fronte all’obbiettivo.
I temi de Il blu non ti dona
Questo romanzo è un unico, lungo inno alla nostalgia di vite che non sono le nostre. Saltando da un luogo all’altro, da un personaggio all’altro, conosciamo frammenti di vite alle quali l’autrice guarda con nostalgia, senza alcun distacco, come se facessero tutte parte di lei e della sua storia. I volti si moltiplicano pagina dopo pagina nelle fotografie d’epoca che accompagnano il racconto, e con essi le storie di coloro a cui quei volti appartengono.
Nel primo capitolo (e nei capitoli dispari che seguono) impariamo a conoscere Jenny, i suoi nonni, la costa baltica di Usedom e il suo desiderio di andare per mare. L’immaginazione di Jenny sembra non avere limiti, anche se si scontra con la superstizione del nonno che “le donne sulle navi portano guai”.
Negli altri capitoli, invece, le storie di altri personaggi si moltiplicano in un susseguirsi di luoghi e scenari diversi. Da Riga a New York, dai reportage fotografici per strada, ai parchi di divertimenti fino ai film di Ėjzenštejn , la trama si sfilaccia davanti ai nostri occhi, e si ricompone sempre tornando ai luoghi e ai personaggi che conosciamo.
Struttura del romanzo e stile
Il romanzo è strutturato in 6 lunghi capitoli, con un andamento quasi ondivago che ci avvicina e ci fa poi allontanare dalla protagonista Jenny e dalla costa baltica. La passione dell’autrice Judith Schalansky per le arti visive non è solo tangibile nella struttura de Il blu non ti dona, arricchito da immagini sparse in tutta l’opera, ma anche nel suo stile.
Il testo sembra infatti composto da un passaggio visivo dopo l’altro. Ogni frammento di storia raccontato in ognuno dei sei capitoli sembra nutrito e alimentato dall’ aspetto fortemente evocativo e suggestivo della scrittura dell’autrice. Gioventù che nonè la sua, ricordi che non le appartengono eppure scorrono fluidi nella sua memoria e assumendo molteplici identità. Un racconto che esplode sotto i nostri occhi come un caleidoscopio, che cambia a ogni pagina alternando ricordi, racconti di viaggio, evidentemente supportato da una forte ricerca storica. Un libro dal fascino poetico e talvolta spiazzante.
Consigliato a…
Il blu non ti dona è per chi ha voglia di un viaggio, non solo in luoghi lontani, ma anche in epoche passate. A chi non ha bisogno di farsi condurre per mano da un libro, perché è già pronto a salpare con l’immaginazione.