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Un viaggio nelle fiabe del bosco U-magico con Amalia Scalise e Gianni il Gufo

“Gianni il gufo e i racconti del Bosco U-magico. Un’estate indimenticabile” è un romanzo ambientato in una piccola comunità, creata dalla fantasia dell’autrice e abitata da animali di diverse specie, che vivono insieme in perfetta armonia. Il libro si suddivide in brevi episodi, permettendo al lettore di conoscere gli amici di Gianni, protagonista principale, che, con la sua saggezza, riesce a venire in soccorso di tutti coloro che gli chiedono aiuto, per risolvere piccoli e grandi problemi quotidiani. Nella comunità gli abitanti svolgono la loro vita come se fossero esseri umani, da qui deriva il nome U-magico. Ogni racconto si conclude positivamente lasciando a chi legge uno spunto di riflessione su diverse tematiche, alcune delle quali relative all’educazione civica, dal rispetto e tutela dell’ambiente all’importanza dell’amicizia e della solidarietà, dal ruolo degli anziani nella società al rapporto tra genitori e figli, dai pericoli nell’utilizzo scorretto della rete e dei social all’accettazione della sconfitta.

https://www.booksprintedizioni.it/libro/Romanzo/gianni-il-gufo-e-i-racconti-del-bosco-u-magico

Amalia Scalise e i suoi racconti: quando la fiaba incontra l’educazione

Un libro che incanta grandi e piccoli

I Racconti di Amalia Scalise sono stati una vera sorpresa. Fin da quando ho avuto il libro tra le mani, sono rimasta affascinata dalla copertina vivace e dalle illustrazioni colorate che trasmettono allegria e poesia.
Ma è solo leggendo le pagine che ho compreso la vera magia: questo è un libro che ogni bambino dovrebbe poter leggere — e che ogni adulto dovrebbe raccontargli.

Da educatrice e laureata in arte, ho trovato tra queste pagine preziosi insegnamenti di vita, presentati con semplicità e dolcezza. Gianni, il gufo saggio, e il Bosco U-magico non sono solo personaggi e luoghi immaginari: sono metafore di una comunità solidale, dove la gentilezza, la gratitudine e l’amicizia sono la vera magia.

Fiabe e mente dei bambini: cosa dice la scienza sul potere dei racconti
Introduzione

Le fiabe non sono solo ricordi d’infanzia o storie per addormentarsi. Dietro quel “C’era una volta” si nasconde un potente strumento educativo: un linguaggio che aiuta i bambini a sviluppare linguaggio, empatia e fiducia nel mondo. La psicologia e le neuroscienze confermano che raccontare storie ai più piccoli è un atto che nutre la mente e calma le emozioni.

Un viaggio antico quanto l’uomo

Le fiabe affondano le loro radici in tempi remoti, quando la parola era l’unico mezzo per tramandare saggezza e valori. Prima che venissero scritte, erano raccontate attorno al fuoco, nei villaggi e nelle famiglie, come strumenti di coesione sociale e di educazione morale. Nel XVII secolo Charles Perrault trasformò quei racconti popolari in capolavori letterari come Cenerentola e Cappuccetto Rosso. Più tardi, i Fratelli Grimm e Hans Christian Andersen ne consolidarono il valore educativo e simbolico. Nel Novecento, Gianni Rodari ne rinnovò lo spirito, portando la fiaba nel mondo moderno come palestra per la fantasia e per la libertà di pensiero.

Come le fiabe aiutano il cervello a crescere

Le ricerche neuroscientifiche mostrano che ascoltare o leggere fiabe attiva simultaneamente le aree del cervello legate al linguaggio, alla memoria e alle emozioni. Ogni racconto diventa una palestra mentale dove il bambino impara a:

• costruire nessi logici e sequenze temporali;
• comprendere la relazione tra causa ed effetto;
• ampliare il vocabolario e sviluppare l’immaginazione.

Il linguaggio simbolico delle fiabe consente inoltre di affrontare temi complessi — paura, giustizia, perdita, speranza — in modo accessibile e rassicurante.

Il potere psicologico dei racconti

Le fiabe sono il primo “specchio dell’anima”. In esse, draghi, streghe e mostri rappresentano le paure interiori che il bambino impara a riconoscere e superare. Seguendo l’eroe o l’eroina nel loro viaggio, i piccoli lettori apprendono che le difficoltà si possono affrontare e che la crescita passa attraverso il coraggio e la fiducia. Ogni lieto fine diventa così una conquista simbolica: la prova che anche il dolore può trasformarsi in forza.

Un’eredità da preservare

In un’epoca dominata dalla tecnologia, le fiabe continuano a essere uno degli strumenti più efficaci per costruire empatia, pensiero critico e identità. Leggere o raccontare una storia a un bambino significa offrirgli un modello di mondo, un rifugio emotivo e una bussola morale. Per questo, educatori e psicologi raccomandano di mantenere viva la narrazione orale, accanto ai libri illustrati e agli strumenti digitali.

Il libro in sè

Il piccolo, ma grande libro di fiabe e racconti di Amalia Scalise ha vinto il concorso letterario di Canti di…versi di San Pietro Magisano Calabria. Quando l’autrice mi ha comunicato la notizia non ne sono per niente rimasta sorpresa, ero certa che questo piccolo tesoro sarebbe stato notato. Leggendo questi racconti ho trovato molti spunti, Gianni ci insegna a guardare oltre, a non dare per scontato alcune cose, a non cadere nella disperazione davanti a piccoli errori, a comprendere che anche quando sembra che tutto stia andando storto, in realtà, bisogna guardare ciò che è accaduto di positivo e qualcosa, anche piccolino verrà sempre a galla.

Amicizia, Gratitudine, lealtà, comprensione sono solo alcuni dei dettami che si possono incontrare nel Bosco U-magico dove, la vera magia è l’amicizia.

Conosciamo L’autrice

Ho posto quattro domandine all’autrice che, ho il piacere di condividere con voi

Chi è Gianni il gufo? Ti sei ispirata a qualcuno in particolare?

Nel mio libro, Gianni incarna la figura paterna che tutti dovrebbero avere:
presente, solida, rassicurante. Nella mia vita ho avuto un legame profondo con
i miei genitori e la fortuna di avere accanto uno zio che è stato per me come un
secondo padre. Questo mi ha permesso di percepire la presenza maschile come
qualcosa di protettivo e confortante.
Al contrario, il rapporto con i nonni è stato quasi assente: quelli paterni
vivevano troppo lontano, mentre quelli materni sono venuti a mancare quando
ero ancora molto piccola. È da questo vuoto che nasce Nonna Gilda, un
personaggio che nel libro rappresenta la nonna ideale, così come l’ho sempre
immaginata e come avrei voluto che fosse, se avessi avuto la possibilità di
conoscerla davvero.

Dove nascono le tue fiabe?

Credo che le mie favole nascano dal legame profondo con mia madre,
un’artista capace di trasformare la realtà attraverso la pittura, le parole e
l’immaginazione. Da bambina ascoltavo le storie che inventava per me,
viaggiando con lei in mondi incantati dove diventavo l’eroina di mille
avventure. È da quell’ascolto e da quella meraviglia che è nato il mio amore
per la narrazione. Scrivere favole, oggi, è il mio modo di raccogliere la sua
eredità invisibile e continuare a dialogare con lei.

3. Il bosco U-magico è un luogo in particolare a te caro?

Sì, i boschi mi sono profondamente cari. Varcarne la soglia è come entrare in
un tempo sospeso, dove tutto parla un linguaggio antico e silenzioso. Tra gli
alberi avverto un legame primordiale con la terra, un senso di mistero e di
incanto che invita all’ascolto. È un luogo di pace e di protezione, dove il
mondo sembra ritrovare la propria armonia e anch’io, per un momento, con
esso.
Si dice che i bambini nascano sotto i cavoli, ma la mia cicogna deve
essersi smarrita per strada, attratta dal profumo di muschio, e sono finita
sotto una piantina di fragoline di bosco.

Ultima domanda nei racconti brevi hai inserito tanti avvenimenti e tante lezioni
importanti che dovremo tutti tenere a mente: la generosità, l’amicizia, l’aiuto
reciproco, l’ascolto attivo e non passivo e molte altre cose, quale è la tua
speranza nei confronti dei piccoli lettori? Cosa speri che imparino leggendo
Gianni il gufo?

Le mie favole nascono anche dal mio essere insegnante, un ruolo che sento di
portare con me ben oltre le mura della scuola. Attraverso queste storie desidero
accompagnare i giovani lettori in piccole riflessioni sulla vita quotidiana,
invitandoli a guardare il mondo con curiosità e sensibilità. Più che trasmettere
nozioni, mi interessa coltivare uno sguardo attento, capace di empatia e di
ascolto. Il messaggio che mi sta più a cuore è che i veri eroi non sono quelli dei
racconti epici, ma coloro che, nella vita di ogni giorno, sanno vivere in armonia
e tendere la mano agli altri.

Conclusione

In un mondo sempre più veloce, dove l’attenzione si frammenta tra schermi e notifiche, le fiabe restano un’oasi di silenzio e significato. Raccontarle a un bambino significa donargli tempo, ascolto e immaginazione: tre strumenti che nessun algoritmo potrà mai sostituire. Ogni storia, anche la più semplice, insegna che le difficoltà si affrontano, che il bene può vincere e che dentro ciascuno di noi vive un eroe in attesa di scoprirsi. Perché, in fondo, le fiabe non servono solo ai bambini: ricordano agli adulti come si fa a sperare.

Sono fortemente convinta che questo libro sia un tesoro imperdibile, il mio augurio e che possa anche essere preso in considerazione dalle scolaresche.

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