Avevamo tutto e tutti contro: un governo amico delle lobby petrolifere, come hanno testimoniato le intercettazioni del ministro Guidi, che ha provato in tutte le maniere a boicottare il referendum, prima non accorpandolo alle amministrative e poi convocandolo nella prima data utile, in modo che non potessimo organizzare una campagna informativa adeguata; la maggior parte dei media nazionali che ha concesso pochissimo spazio alle ragioni del “sì”, arrivando a diffondere informazioni falsissime poche ore prima del giorno delle votazioni; il folle fuoco amico di chi ha prodotto un altro quesito referendario sulle trivellazioni petrolifere(peraltro secondo noi palesemente anticostituzionale) a ridosso del 17 aprile.
La campagna referendaria è stata portata avanti da diversi soggetti, ma le letture post-referendum sul voto e sul percorso vedono come unico soggetto sul bancone degli imputati il movimento notriv.
E quindi eccoci qui, il 18 aprile “la musica è finita, gli amici se ne vanno”. Noi no. Ci intestiamo con orgoglio il risultato del 31,18%, contenti di aver portato ad esprimersi in maniera evidente e franca più persone di quante abbiano votato il principale partito di governo. E da qui troviamo nuova linfa per rilanciare il nostro lavoro.