di Riccardo Renzi1
Il presente contributo intende indagare la personalità artistica di Raffaella Ramini.
In data 17 giugno 2023 si è aperta la mostra “Un briciolo di felicità”, presso la Biblioteca comunale “Antonio Santori” di Sant’Elpidio a Mare2, dedicata alle opere di Raffaella Ramini3, artista fermana. Sono stati esposti sia quadri relativi al primo periodo dell’esperienza artistica della Ramini, che opere di più recente fattura. L’artista si richiama esplicitamente ad una forma d’arte primitiva e popolare, in quanto non vi è ispirazione cercata o artificiosamente costruita, ma istinto primordiale del gesto artistico. L’arte è sfogo e fuga dalla realtà, libertà intrinseca nel gesto.
La tecnica utilizzata è quella dell’acrilico4, pur avendo l’artista, nel corso della sua esperienza, sperimentato ulteriori tecniche. Le superfici utilizzate sono molteplici, si va dalla tela al legno, sino alle pareti. Nelle sue opere si passa con rapidità dal naturalismo all’astrattismo. Molte sue opere richiamano, non troppo velatamente, i grandi del passato, come nel caso di “Un giorno stellato” e “Brazil”, la cui ispirazione è chiaramente Van Goghiana. In altri ci si ispira ad autori locali, come Licini5 e Vitali6. Nelle sue donne, dal collo allungato, c’è molto della figura femminile di Amedeo Modigliani.
L’amore per l’arte, come riferisce la Ramini stessa, nasce in tenera età, dopo una visita agli Uffizi con la famiglia, tantoché la piccola Raffaella, permeata da tanta bellezza, rimase vittima della sindrome di Stendhal. L’arte per la pittrice è tutto, è vita e libertà, e la accompagna da tutta la vita.
La mostra risulta essere un viaggio introspettivo nell’io dell’artista, dai primordi alla fase attuale. Dunque, non resta altro che invitarvi a visitare “Un briciolo di felicità”, presso la Biblioteca comunale “Antonio Santori” di Sant’Elpidio a Mare.
Note
- Istruttore direttivo presso Biblioteca civica “Romolo Spezioli” di Fermo.
- La città occupa il territorio appartenuto all’antica città romana degli Stortini, distrutta dai Goti nei primi anni del 400. Nell’887, nella stessa zona della città distrutta, fu fondata una delle più antiche e potenti abbazie benedettine delle Marche: l’abbazia imperiale di Santa Croce al Chienti. Il borgo medievale, conosciuto con il toponimo di “Castello di Sant’Elpidio”, sorse nell’XI secolo sul colle nella cui sommità è ospitata la chiesa della Madonna dei Lumi. Elevato al rango di libero comune, nel 1250 Federico II di Svevia gli concesse la costruzione di un porto tra i fiumi Chienti e Tenna. Fu nei secoli successivi al centro di aspri contrasti con la vicina Fermo. Saccheggiato nel 1328 dalle truppe di Mercenario da Monteverde fu nuovamente distrutto dal ghibellino Rinaldo da Monteverde nel 1376 e nel 1377. Nel 1380 gli Elpidiensi ricostruirono il paese nella posizione in cui è ancora oggi. Nel 1431 l’esercito di Francesco Sforza penetra la cinta muraria e saccheggia l’abitato. Nel 1797 il generale Rusca dell’esercito di Napoleone Bonaparte raduna le milizie locali fedeli al papa sul Colle dei Cappuccini e ingloba il Paese nel Dipartimento del Tronto, con capoluogo Fermo. Nel 1828 papa Leone XII emana una bolla con la quale viene attribuito il titolo di città. Durante la seconda guerra mondiale il territorio fu amministrato dalla Repubblica Sociale Italiana. Nel 1952 la frazione del Porto diventa comune autonomo con il nome di Porto Sant’Elpidio.
- Lavora come bibliotecaria presso la Biblioteca civica “Romolo Spezioli” di Fermo.
- La pittura acrilica è un tipo di pittura che ricorre ai pigmenti mischiati a resine sintetiche e a tecniche pittoriche corrispettive.
- R. Renzi, Nota critica su Osvaldo Licini, in Avanguardia rivista di letteratura contemporanea, n. 77, 2022.
- R. Renzi, Acruto Vitali: un intellettuale a tutto tondo, dalla poesia alla pittura, in Progetto Babele (Sito), 21/04/2023.