Alan Paccagnella presenta il romanzo “Xavon. Il ragazzo non vaccinato. Esistenza stravolta”, in cui si racconta una storia drammatica che lentamente vira nella distopia. Siamo in piena crisi pandemica in Italia e il governo impone il vaccino per contrastare l’avanzata del coronavirus: chi si opporrà alla somministrazione non potrà svolgere determinate attività e in alcuni casi non potrà neanche avere accesso alle sedi lavorative. È ciò che accade al protagonista del romanzo: Xavon decide fermamente di non vaccinarsi e per questo motivo viene licenziato; la sua scelta lo porta ad avere problemi con alcuni conoscenti e familiari e a subire pressioni sui social, in cui sfoga giornalmente le sue frustrazioni. È un narratore esterno a riferire ciò che succede a Xavon, il quale gli ha raccontato della sua battaglia in solitaria per far trionfare la libertà di scelta: il protagonista è convinto che vi sia un complotto governativo su larga scala che coinvolge non solo i politici ma anche i virologi e soprattutto le case farmaceutiche, e così comincia a denunciare e a fare ricerche per stanarli e diffondere consapevolezza tra i cittadini. È però una lotta impari contro un sistema che fagocita il dissenso, e infatti Xavon paga un prezzo molto alto per il suo atto di ribellione: la sua salute mentale cede sotto i colpi della repressione ideologica e ben presto si ritrova depresso, afflitto da manie di persecuzione e da stati d’ansia. Tutto perché non si è vaccinato, tutto perché in un Paese libero si è stati costretti a seguire una strada decisa da altri: è questo il pensiero che tormenta Xavon, che lo porta a delirare inseguendo gli indizi di un complotto che, forse, esiste solo nella sua testa.
L’autore decide di dare voce al dissenso, pur sapendo di poter essere giudicato negativamente dai lettori, e dedica la sua opera, tra gli altri, a chi si è sentito tradito – «Gli interessati sono figure che avevano sempre goduto d’ottima salute, uomini e donne con l’invidiabile fortuna di visitare i policlinici di rado, dote che una totale fiducia nello Stato italiano ha invece polverizzato via. È la tragedia dei danneggiati da vaccino. Dopo quell’iniezione che secondo la virologia avrebbe causato una maggiore tranquillità, purtroppo, questi hanno invece riscontrato detestabili problemi di qualunque genere e compromesso irreversibilmente il loro stato emotivo e fisiologico […] Sono aumentati i decessi per malori improvvisi e nessuno s’è fatto domande. La sensazione è che le istituzioni volessero da subito mascherare la verità e che i cittadini offesi dal siero si siano trovati all’interno d’una condizione surreale».
Dobbiamo però far notare che i dati Istat raccontano un’altra storia.
- Sono stati segnalati al Sistema di Sorveglianza Nazionale integrata COVID-19 dell’ISS 145.334 decessi associati alla diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 e avvenuti entro il 31 gennaio 2022. Il 53% dei decessi è avvenuto nel 2020, il 41% nel 2021 (59.136 decessi di cui circa 8.000 sono riferiti a diagnosi del 2020) e il 5,8% a gennaio 2022.
- La campagna di vaccinazione, iniziata il 27 dicembre 2020, a partire da maggio 2021 ha raggiunto
- L’aumento di morti improvvise nei giovani vaccinati non trova riscontro. I decessi tra 0 e 40 anni avvenuti nel 2021 sono minori rispetto alla media negli anni tra il 2015 e il 2019.
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