Alessio Vailati non è collocabile secondo la distinzione tra poesia di ricerca e poesia neolirica, pensata dall’italianista Claudia Crocco. Forse perché il poeta riesce sia a coniugare sperimentalismo linguistico, lavoro sul linguaggio che un lirismo eccellente. Dal punto di vista stilistico dimostra di padroneggiare la metrica, quasi sempre ineccepibile in questa sua raccolta, senza mai incorrere negli automatismi e nella meccanicità, insomma mettendoci molta arte e ingegno più che semplice mestiere. Non a caso il registro linguistico nei suoi endecasillabi non si abbassa mai, anzi il dettato oltre che dalla compostezza formale è caratterizzato da ricchezza lessicale, proprietà di linguaggio e da trovate originali, da soluzioni non alla portata di tutti. La sua parola poetica raggiunge la significazione senza mai togliere troppo né accumulare troppo (non c’è mai una parola di meno né di troppo) e per raggiungere questo risultati a poco servono le letture private, che certo fortificano l’intelletto, e l’esperienza: anche la poesia, diceva qualcuno più importante di me, è una forma di intelligenza e c’è chi ne è più provvisto e chi meno, e quindi certe doti si hanno in natura o non si hanno. Ma naturalmente la trovata più originale è stata quella di scrivere poesie sulle fotografie che hanno vinto il premio Pulitzer. In fondo perché non fare delle ecfrasi poetiche su opere d’arte fotografiche e non solo su capolavori della pittura? Perché non considerare la fotografia un’arte? Perché non considerare le fotografie, che hanno vinto il Pulitzer, dei capolavori? Questo deve aver pensato il poeta. Per cogliere pienamente l’innovazione, l’intuizione originale di Vailati bisogna considerare che questa idea prima, almeno nella poesia contemporanea italiana, non era venuta a nessuno. E la resa, la realizzazione di questa idea è ottima. Ma non c’è solo questo nel libro. Infatti dalle fotografie scaturiscono pensieri profondi, che descrivono le contraddizioni insanabili di questo mondo. Le fotografie descrivono drammi e tragedie di questo mondo, della Storia e il poeta diventa cantore degli ultimi, che subiscono violenze e ingiustizie dal potere e anche dalla natura matrigna. E Vailati riesce sempre a esprimersi con talento, maestria e sentimento, nel senso più nobile del termine, senza mai sfociare nella retorica, nella lagna, nell’invettiva, nella rabbia spropositata, nel sentimentalismo a buon mercato perché in queste poesie si trova un equilibrio tra cuore e mente, tra senso e significato, tra distanza e comprensione empatica, tra oggettività e partecipazione emotiva. Per fare tutto ciò non basta la forma ma ci vogliono i prerequisiti dell’equilibrio interiore, dell’avvedutezza, dell’assennatezza oltre che della pazienza e del labor limae. Ma non c’è solo questo, che già sarebbe abbastanza. Prendere spunto da queste fotografie per l’autore significa ripercorrere a ritroso traumi collettivi, pezzi di Storia, che spesso tendiamo a rimuovere, a far cadere nell’oblio, vuoi perché l’indifferenza oggi regna sovrana e diventa un nuovo meccanismo di difesa della psicologia dell’io, vuoi perché il nuovo ogni giorno sostituisce il vecchio, si dimentica subito tutto in fretta e le notizie si rincorrono incessantemente, continuamente. Che cosa deve riuscire a fare la vera poesia se non fermarci a far riflettere? E Vailati con questa operazione poetica ma anche intellettuale riesce a catturare ciò che resta, a trovare gli snodi e i punti di svolta degli ultimi decenni, a rappresentare veramente i fatti storici nell’immenso mare magnum della cronaca, di cui siamo bombardati ogni giorno dai mass media. Il poeta prende spunto proprio da questa fotografie, che sono veramente arte e al contempo sono il non plus ultra della cultura di massa e dei mass media, per aggiungere la sua poesia autentica, originale, molto talentuosa alla poesia degli scatti, che hanno immortalato gli eventi più drammatici della nostra contemporaneità. Vailati è davvero riuscito a fare una mappa del dolore contemporaneo! Per tutte queste ragioni a mio modesto avviso, in un’epoca di influencer che vengono scambiati per poeti e di poeti riconosciuti che talvolta hanno cadute di tono e si limitano a fare il compitino, ritengo questa raccolta poetica molto pregevole, davvero di elevata qualità, sia per l’idea che per la sua realizzazione.
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