Tette, letteratura e anticonformismo. Il caso Yasmina Pani.

Yasmina Pani è una linguista italiana attiva nel campo dell’insegnamento e della divulgazione tramite diversi canali Social. Oltra alla linguistica, la sua didattica affronta questioni inerenti alla letteratura, alle lingue antiche e alla glottologia. La produzione video e i podcast di Yasmina propongono altresì recensioni di libri, commenti all’attualità con particolare attenzione al rapporto tra lingua, cultura e società e altre riflessioni più liberamente ispirate a fatti storici o eventi di cronaca.

Ho avuto modo di accostarmi al canale Youtube di Yasmina Pani a proposito del caso Dahl, vale a dire il dibattito che la censura delle opere del famoso autore per ragazzi aveva sollevato nella sua più recente ristampa, e della relativa riflessione sul fenomeno della cosiddetta cancel culture. Ammetto che l’interesse destato dall’autrice si è mantenuto vivo in me, per tutta la durata del video, non solo per le convincenti argomentazioni e il rigore documentale, ma anche per l’uso di un certo turpiloquio che, nel caso specifico, mi è risultato spudoratamente spassoso. La curiosità di esplorare oltre il canale di Yasmina mi ha condotto ad apprenderne l’ampiezza di contenuti e, soprattutto, apprezzarne l’autonomia intellettuale. Al fronte dell’irrigidimento argomentativo in cui il politicamente corretto imbriglia chi oggi voglia scrivere o dire di determinati argomenti (tipicamente la questione gender), la divulgatrice si pronuncia con competenza da linguista sul tema dello schwa e si inserisce con coraggio all’interno del dibattito sul linguaggio inclusivo. In particolare, Yasmina difende con un approccio sempre tecnico e mai dozzinale il sillogismo per cui l’intervento programmatico sulle lingue o l’uso indifferenziato di termini quali patriarcato o femminismo non hanno e non possono avere un potere normativo sull’evoluzione sociale. Posto che, nel merito, la sottoscritta dissente su alcuni punti, è ugualmente apprezzabile la coerenza intellettuale e l’audacia con cui porta avanti posizioni che, in alcuni contesti particolarmente esposti, ne hanno anche causato la censura. A causa delle sue posizioni antisessiste, Yasmina viene infatti spesso accusata di conservatorismo e di maschilismo. Al contrario, la divulgatrice si è spesa in diversi video confutando queste accuse e denunciando la propria intenzione di uno sguardo non politicizzato, ma tecnico e linguistico, sul tema gender. Yasmina si dichiara altresì comunista e, in più occasioni, allude serenamente alla propria libertà e orientamento eterosessuale (avvisati in un video coloro che la contattano per apprezzarne le sembianze o chi ne ha trovate le foto di nudo su OnlyFans, di non spacciarsi per studenti interessati ad una lectio magistralis circa l’Orlando furioso, ma di rispettare i confini tra sfera professionale e non!).

Oltre ai contenuti antisessisti, la produzione di Yasmina è ampia e varia. Particolarmente interessanti risultano gli approfondimenti circa i classici della letteratura italiana. Questi non sono mai trattati in un’ottica meramente storiografica, ma raccontati attraverso singole opere o stralci di opere accuratamente selezionate poiché esemplificative di uno stile o poiché, si ritiene, la vulgata comune non ne rende merito. È tipicamente il caso di quegli autori o opere noti al pubblico atecnico in maniera romantica e, infine, inveritiera. Scopriamo dunque un ironico e pungente Giacomo Leopardi in un bel carteggio epistolare col fratello; ci convinciamo che le donne evocate nel Dolce stil novo non vanno intese come persone fisiche di cui il poeta è innamorato; che le gesta narrate nei classici possono nascondere significati meno ovvi e più interessanti di quanto una lettura pedante non possa concedere, come nel caso della produzione dell’Ariosto. Ancora, Yasmina ci consegna recensioni di libri contemporanei o best seller -si veda il caso della sua passione per Stephen King, senza rinunciare a uno stile che, in caso di valutazione negativa, non rinuncia a essere ironico e impietoso. Ho dei dubbi di metodo circa la scelta di condividere recensioni sfavorevoli, e non trovo queste tra il meglio della sua produzione; tuttavia, la nostra autrice garantisce sempre documentate argomentazioni, nonché apertura e risposta puntuale ai commenti. È questo il sale del dibattito, credo.Tra i diversi e vari contenuti della sua proposta Social, risulta particolarmente interessante l’intervento sul lavoro di Pasolini, delle cui opere Yasmina propone accurate esegesi, pur nel rispetto di un intento divulgativo che chiarisce senza semplificare. Teorema, Petrolio, Uccellacci uccellini, Salò e altre creazioni, relativamente ostiche ad una visione spontanea, sono oggetto di resoconti stimolanti e approfonditi. Con questi, Yasmina ospita anche una riflessione non banale circa il rapporto tra morale d’opera e morale d’autore.Si segnalano, a corollario della sua produzione propriamente volta all’analisi linguistica e filologica, le digressioni su temi più tangenziali, ma pure sempre godibilissime. Tra queste, la serie inerente la necessità di non estinguere lo studio nei classici a favore di un’intenzione solo funzionalista dello studio; l’elogio del turpiloquio; il repertorio di analisi più storicista, in cui si ripercorrono testi che mostrano motivo di interesse vario -è, ad esempio, il caso della parafrasi delle lettere indirizzate negli Anni ’50 alla Ministra Merlin da parte delle prostitute, o della lettura dell’ultimo discorso al popolo di Salvador Allende. In tutto ciò, apprezziamo di Yasmina anche la pudica astensione dal procedere nei consueti argomenti di divulgazione scientifica nelle fasi più sanguinose e terrificanti del genocidio a Gaza.Nei propri video e contenuti Social, Yasmina Pani può serenamente discorrere di impegnative questioni filologiche e della produzione letteraria di Dante Alighieri, imprecare i santi, raccontarci delle varianti dialettali della Sardegna logudorese e campidanese, dissentire pubblicamente dal pensiero di Michela Murgia, dichiararsi antisessista, comunista, sessualmente libera, contraria allo schwa e alla retorica del femminismo da accatto, non mancando di invitare al pubblico dialogo i suoi più feroci delatori.Come detto, su diversi punti della sua posizione inerente al rapporto tra lingue e società, mi trovo a dissentire -di fatto, ahinoi, la questione è politica, e dunque non si può risolvere con una mera lente tecnica. Tuttavia, scrivo queste righe perché so che Yasmina non si offenderebbe di fronte al mio dissenso, ma argomenterebbe il proprio. E questo, in un orizzonte culturale in cui, soprattutto nel sottobosco di piccoli e medi autori nazionali, il conformismo culturale e la semplificazione (della lingua, dei concetti, del pensiero), è un fenomeno linguistico e di costume, è bene valorizzarlo. Di fatto, mi è venuta l’impressione che il lavoro che Yasmina Pani porta avanti senza etichette, senza fronzoli o atti di captatio benevolentiae, sia un esempio formidabile di quella emancipazione femminile e anticonformismo intellettuale che i suoi accusatori le rimproverano di demolire. Si assume che la democrazia sia un dispositivo di dialogo e non di assuefazione.

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Isabella Capurso, autrice milanese, è geografa e sociologa del territorio. Ha lavorato come fotografa e studiato video-making a Parigi. Nel 2021 pubblica la raccolta poetica ‘Il pesce lanterna’ per Gattomerlino Edizioni, recensito sulle riviste letterarie ‘L’Estroverso’ e ‘NiedernGasse’ e menzione speciale del Premio Internazionale per la Poesia Rodolfo Valentino. Nel 2022 pubblica la raccolta di racconti ‘Corale’ per LFA Publisher, presente al Salone Internazionale del Libro di Torino (2022). Pubblica ‘Sacro e urbano’ nel settembre 2022. Il libro vince il premio nazionale cine-letterario Bookciak, Azione!, nella sezione Poesia, ed è classificato tra i dieci libri più venduti dalla piccola e media editoria. ‘Sacro e urbano’ ispira due cortometraggi di giovani autori, trasmessi durante la ‘Giornata degli autori’, iniziativa parallela e indipendente del Festival del Cinema di Venezia, ed. 2023. Nel dicembre dello stesso anno, scrive e co-dirige l’opera teatrale ‘Il Cuore’ in scena a Milano al Politeatro.
Nel 2024, esce per Gattomerlino Ed. il suo libro illustrato ‘L’aggiusta-cuori’. Nello stesso anno, scrive e dirige il cortometraggio poetico ‘La meta’, finalista al Festival internazionale del cortometraggio indipendente CIP (Cinema Indie People), allo Short to the Point (STTP) di Bucharest, al London Global Film Awards, al Terra Lenta International Film festival e al South Italy International Film festival.
Nel 2025 scrive e produce il documentario ‘Puppetries! Cose da pupazzi’, che ottiene il patrocinio di UNIMA, Union Internationale de la Marionette, Italia ed è finalista al festival internazionale del Cinema Povero.
Nel 2017, Isabella Capurso fonda e dirige dell’atelier ‘Le Poisson Lumière’, a Milano, dove organizza esposizioni ed eventi culturali inerenti la poesia, le arti grafiche e il cinema. L’autrice scrive stabilmente su ‘Assonanze’, rivista di critica cine-letteraria di Garavaglia e Moscati, e su ‘Magozine’, periodico online di divulgazione culturale.

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